Più risorse e più qualità per la giustizia
L'Oua chiede processi più brevi e una più efficace tutela dei diritti dei cittadini e delle imprese
La giustizia non può essere una gallina dalle uova d’oro che “produce” 100, “incassa” 10 ed è perennemente a corto di risorse. La Giustizia deve incassare quello che produce, mentre ancora oggi, pur nell’incertezza delle cifre, non si sa dove vanno a finire le enormi somme che i cittadini pagano quando si rivolgono a un giudice. Un sistema inefficiente e la mancanza di interventi riformatori organici e condivisi (da almeno 20 anni) sono la vera causa della lunghezza dei processi. Gli avvocati non solo non sono responsabili, ma sono fortemente pregiudicati da questa situazione: ieri ho avuto il rinvio di una causa al 2015, fino a quel giorno al mio cliente – ovviamente – non chiederò un euro. Anche ragionando sotto il profilo economico, gli avvocati hanno molto più interesse ad avere processi brevi. La qualità della giustizia deve essere uguale per tutti: avvocati, magistrati e dirigenti. Noi siamo disponibli a metterci in gioco su questo terreno, ma la vera svolta si avrà quando con coraggio si deciderà di intervenire sulle Università, prevedendo, come ormai accade quasi ovunque, anche per Giurisprudenza gli accessi programmati. Trasfomando la formazione (università e pratica) in un periodo di verifiche continue, così da rendere l’esame finale solo l’ultimo atto di un percorso completo, e non in una sorta di “giudizio di Dio”, che rischia di essere allo stesso tempo, inutile, imprevedibile e ingiusto. Ma sarebbe ora di iniziare a guardare con più attenzione anche alla qualità di magistrati e dirigenti. I dati dimostrano che dove ci sono dirigenti capaci, si risparmia, si eliminano gli sprechi e l’efficienza degli uffici aumenta in modo consistente».