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l'opinione

I DOTTORI COMMERCIALISTI IN PIAZZA L'11 OTTOBRE.

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di Elisa Pastore

I dottori commercialisti scendono in piazza contro la Finanziaria e contro le promesse non mantenute di una modifica del Decreto Bersani-Visco. Lo fanno con una lettera che il presidente del Consiglio nazionale, Antonio Tamborrino (nella foto), ha inviato a tutti i Presidenti degli Ordini locali dei dottori commercialisti chiamando la categoria ad una mobilitazione generale per l'11 ottobre attraverso una manifestazione pubblica da tenersi "avanti il Comune sede dell'Ordine di propria appartenenza, oppure in una diversa sede istituzionale". Tamborrino ricorda anche che il Consiglio Nazionale ha deliberato   all'unanimità l'attuazione dell'iniziativa "nella consapevolezza che la nostra professione può trovare tutela se non attraverso una massiccia mobilitazione". Dura presa di posizione anche dell’organismo di rappresentanza dei giovani commercialisti che, presa visione del voluminoso documento relativo alla Finanziaria 2007, ha deciso di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica Napolitano per denunciare l’ennesima violazione di norme e diritti.. Nella lettera si legge testualmente che dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge sulla finanziaria, il dibattito passa alle Camere per il varo della norma definitiva, ma nel frattempo è già in vigore un decreto legge che introduce le prime novità. Ad oggi, il primo dato sconcertante, è ancora una volta la violazione dello Statuto del contribuente attraverso l’applicazione immediata di molte norme già nell’esercizio 2006. Come già successo con la manovra estiva, che avrebbe dovuto essere da esempio per il Governo, è prevedibile che molti articoli di questa Finanziaria verranno modificati dalle inevitabili e giustificate proteste di piazza, proseguendo un cammino di incertezza per le imprese e di squilibrio per le famiglie. Ancora una volta l’Ungdc denuncia, quindi, l’uso improprio della decretazione d’urgenza per iniziative insensate che costringeranno poi ad una serie di correzioni sostanziali, dannose per l’equilibrio e la programmazione economica.

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