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l'opinione

Bersani va contro l'Europa: Bruxelles non vuole la morte delle libere professioni.

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On. Stefano Zappalà. (Vicepresidente Commissione Giustizia Parlamento Europeo)

La protesta dei liberi professionisti giustamente cresce. Personalmente però non condivido le questioni di mero principio, per cui ritengo giusto e doveroso entrare nel merito del problema. Il malumore, se così vogliamo chiamarlo, dei professionisti è relativo al Decreto Bersani. Decreto mistificato con il concetto di liberalizzazione, e, qualcuno ne ha già timore, con quanto altro ancora potrà arrivare con la riforma delle leggi relative all’organizzazione di ordini, collegi e nuove professioni (leggasi associazioni). La liberalizzazione, opportuna e giusta, considerato l’evolversi della società, la sempre più alta specializzazione, è questione che l’Europa sta trattando con la direttiva servizi, i cui contenuti sono ormai ben delineati e credo che entro il corrente anno vedrà la luce definitiva. Il tutto si inquadra nel più ampio dovere di completare il mercato interno, su cui si fonda proprio l’Unione Europea. Ma i contenuti di tale direttiva sono gli stessi già delineati ed operanti che si trovano in altre direttive, recenti e già in vigore. Le direttive 17 e 18 del 2004, e la 36 del 2005. Per tutte io sono stato il relatore. Le prime riguardano il settore degli  appalti, forniture e servizi, rivisto ed ammodernato, l’ultima riguarda proprio il mondo delle professioni. Il decreto Bersani non solo non liberalizza un bel nulla, ma utilizzando le maglie larghe della 36 cancella alcuni aspetti inserendo principi populistici, facendo passare i professionisti per classi privilegiate ed in realtà danneggiando il cittadino consumatore. Cittadino consumatore che invece va tutelato. Le tariffe, peraltro non esistenti in tutti gli Stati membri, nella nostra cultura davano garanzia di affidabilità. Noi non siamo uguali agli anglosassoni, i quali a loro volta non autorizzano l’esercizio di una professione se uno non si iscrive a delle strutture precise, neanche controllate per legge. La prestazione professionale è resa sotto la personale responsabilità del professionista, che è tale se qualcuno ne ha controllato la cultura iniziale, la formazione iniziale e continua, il rispetto delle norme cosiddette deontologiche. Lo Stato centrale, che deve tutelare i propri cittadini, solo sulla base di requisiti accertati, deve e può autorizzare il singolo ad esercitare la professione. Ritenere che un professionista possa attirare, secondo un malinteso principio di concorrenza, il cliente solo sulla base del prezzo più basso, è tra gli errori più grossolani che una società moderna può mettere in campo. Scoprire dopo morti che quel tale chirurgo non era adeguato, anche se costava poco, non sarebbe una bella prospettiva. E, ripeto, comunque la norma europea non prevede la concorrenza di tipo imprenditoriale tra i professionisti. Anche l’ipotesi di rivedere ordini e collegi ha un senso, bisogna vedere però se lo si farà con intento punitivo od in modo razionale. Se lo si farà secondo il sano principio del dialogo e del confronto allora sarà non solo recepito bene, ma foriero di risultati certamente positivi per l’intera collettività. Se sarà un provvedimento partorito di nascosto ed imposto, non avrà né contenuti corretti né sarà corretto nel complesso. Rivedere le norme delle professioni regolamentate e regolamentarne di nuove, vedi associazioni, non può essere fatto d’imperio. E soprattutto si dovrà stare al passo con le posizioni europee. Accorgersi nel tempo di essersi posti fuori dal sistema europeo sarebbe di una gravità inaudita. Io credo poco che i professionisti possano ottenere qualcosa con le manifestazioni di piazza. Per loro natura essi sono poco portati per queste cose. Se invece gli avvocati bloccheranno veramente i tribunali sine die allora il discorso cambia. Lo stesso se tutti i professionisti delle professioni regolamentate, non soggetti all’emergenza, chiuderanno per un certo tempo la loro attività, allora sì le ripercussioni saranno profonde. E solo allora questo strano governo prenderà atto che il populismo a buon mercato ed a discapito dei cittadini non paga.

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