LE RAGIONI DI UNA PROTESTA
di Marco Paolo Nigi. Segretario Generale Confsal
La politica economica e finanziaria di legislatura tracciata dal programma di Governo e dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2007-2011 doveva trovare puntuale attuazione con i primi atti legislativi promossi dal Governo. L’aspettativa legittima dei cittadini fondava le sue radici nella filosofia politica che aveva ispirato il DPEF 2007-2011: raccordo dell’equità sociale e dello sviluppo economico con il rigore nei conti pubblici. La Confsal, qualche mese fa – con atti ufficiali – aveva dato appuntamento al Governo Prodi quando sosteneva: “il Governo rivelerà la sua vera identità con l’approvazione del disegno di legge finanziaria 2007 e con il metodo concertativo che metterà in atto”. Ora, a concertazione avviata e a disegno di legge finanziaria approvato, alcune parti sociali, largamente rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro, denunciano l’esclusione dal “laboratorio concertativo” e le parti sociali protagoniste non lo sono state – almeno a loro dire – su alcune importanti materie delle politiche del lavoro e delle previdenza, sottratte dal Governo alla loro valutazione. In sintesi, è evidente che non è stato seguito un metodo corretto, né nel coinvolgimento reale di tutti soggetti rappresentativi, né sulle materie da concertare. D’altra parte, il disegno di legge finanziaria è giudicato profondamente incoerente con il DPEF 2007-2011 e soprattutto iniquo e scarsamente orientato sui fattori dello sviluppo. È iniquo allorquando: non mette in essere una stringente ed efficace lotta all’evasione e all’elusione e prevede, attraverso un discutibile federalismo fiscale “aggiuntivo”, una maggiore imposizione fiscale, aumentando sensibilmente (intorno ai due punti) la pressione fiscale complessiva; non assume seri provvedimenti contro il lavoro sommerso e minorile; prevede, oltre all’introduzione di una miriade di nuove tasse, la compartecipazione onerosa del cittadino per l’accesso ai servizi pubblici primari, come quello sanitario; omette di intervenire nel governo delle tariffe, ormai senza freno; “disperde” la quota del cuneo fiscale di competenza dei lavoratori; non risolve la grave questione del precariato e non regola la flessibilità con le dovute tutele e garanzie; stanzia risorse largamente insufficienti per il puntuale rinnovo dei contratti pubblici, prevedendo di fatto una insostenibile moratoria. La manovra finanziaria, d’altra parte, non crea prospettive di sviluppo allorquando omette di prevedere investimenti nei settori strategici come scuola, università, ricerca, innovazione tecnologica, proponendo al contrario indiscriminati e insostenibili tagli ad importanti settori dello sviluppo, in netto contrasto con i patti europei. La proposta governativa tradisce le ragioni dello sviluppo anche quando prevede forti tagli alla pubblica amministrazione, fuori da un contesto di riforma strutturale organica e complessiva, responsabilmente condivisa e seriamente concertata con le parti sociali. In definitiva, si tratta di un provvedimento finanziario profondamente ingiusto che potrebbe frenare irrimediabilmente la debole ripresa economica del Paese, condannandolo così allo scollamento dall’economia dell’eurozona. La Confsal, nelle occasioni ufficiali “protocollari” di Palazzo Chigi e in tutti gli incontri di consultazione nei diversi Ministeri, ha presentato proposte concrete e finanziariamente compatibili in materia di politica economica e finanziaria, del lavoro e dell’occupazione e della previdenza, non riscontrando finora sufficienti esiti positivi nel disegno di legge finanziaria. La Confsal, pertanto, è costretta ad orientare la sua forte azione sindacale, finalizzata alla modifica sostanziale del provvedimento finanziario, in Parlamento, appellandosi a tutti i gruppi di maggioranza e di minoranza e, in parallelo, si rivolge ai lavoratori e ai pensionati per il loro necessario coinvolgimento finalizzato a sostenere il conseguimento di obiettivi di autentica equità sociale e di vero sostegno alla crescita economica del Paese. Il prossimo 20 ottobre 2006, a Roma, si terrà la prima grande Manifestazione di rappresentanze sindacali, centrali e periferiche, della Confederazione e delle Federazioni aderenti, rappresentative dell’universo dei lavoratori privati e pubblici e dei pensionati. Sarà la prima grande azione sindacale autonoma di protesta e di proposta dei lavoratori e dei pensionati italiani contro il disegno di legge finanziaria 2007 con l’obiettivo dichiarato di spingere il Parlamento a modificare sostanzialmente la proposta governativa per renderla più equa per i lavoratori dipendenti, i pensionati e tutti i cittadini che pagano da sempre le tasse e decisamente orientata allo sviluppo economico e occupazionale, per dare la dovuta risposta alla legittima domanda di stabile inclusione lavorativa dei giovani. L’azione sindacale della Confsal sarà determinata e continua finché la legge finanziaria 2007 non garantirà congruità per retribuzioni e pensioni, giustizia fiscale e contributiva, sostenibilità per tasse e tariffe, gratuità per i servizi pubblici essenziali, stabilità del posto di lavoro, sostegno per occupazione e sviluppo e certezza per la previdenza integrativa, in sintesi, vera ed effettiva equità sociale e serie prospettive di sviluppo.