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l'opinione

2 Csm e carriere separate per giudici e pubblico ministeri.

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Elisa Pastore

Una vera separazione delle carriere di giudice e di pubblico ministero, con l'istituzione di due distinti Consigli superiori della magistratura. Sono i punti centrali di una proposta di legge con modifiche costituzionali avanzata dall'Unione delle camere penali italiane elaborata con il centro studi giuridici e sociali "Aldo Marongiu", e presentata proprio nel giorno dell'avvio dell'esame alla Camera del disegno di legge che modifica e sospende in parte la riforma Castelli  sull'ordinamento giudiziario che i penalisti contestano. "Siamo convinti – ha spiegato il presidente dell'Ucpi, Oreste Dominioni – che la giustizia italiana abbia un carattere autoritario. Attualmente l’associazione Nazionale Magistrati ha, nella elaborazione dei provvedimenti che riguardano la giustizia un peso preponderante, quasi esclusivo. Questo deve finire. C’è bisogno di un riequilibrio. Venendo al nostro progetto, prevediamo che i magistrati giudici e i magistrati pubblici ministeri facciano parte di organizzazioni ordinamentali distinte, così come è già per gli avvocati, e a governare queste due organizzazioni, siano due Csm distinti". Inoltre, la proposta, che verrà sottoposta a esponenti del Parlamento o presentata come iniziativa popolare dopo una raccolta di firme, prevede che sia istituita un'unica scuola superiore delle professioni giudiziarie - giudice, Pm e avvocato - nella quale dopo un anno di formazione comune, ciascuno dei tre soggetti seguirà corsi autonomi. Alla fine della scuola, concorsi separati per l'accesso alle carriere di giudice, pubblico ministero e avvocato, con la possibilità, dopo alcuni anni, di passare da una organizzazione all'altra sostenendo il relativo concorso. Per i penalisti, poi, andrebbe istituito un organo di vertice per l'apparato dei Pm: un procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, nominato dal presidente della Repubblica e scelto in una rosa di nomi indicati dal Senato. Tale figura, dunque, avrebbe l'incarico di rispondere alle Camere del buon andamento dell'attività dei pubblici ministeri e sarebbe in carica per una legislatura, salvo sfiducia dalle Camere a maggioranza qualificata.  "La magistratura con funzione d'accusa - ha sottolineato Dominioni - va separata da quella giudicante a livello di ordinamento giudiziario, tanta è l'inconciliabilità tra queste due funzioni. Su questa materia rileviamo una sensibilissima manovra di arretramento rispetto a quella che era, nella riforma Castelli, la distinzione delle funzioni, da noi inizialmente criticata come segnale modesto, ma che oggi ci troviamo a difendere perché ci si propone di annullarla". Un altro problema affrontato dai penalisti è quello della qualificazione della professione. “Oggi – spiega Dominioni a MP - a cusa della crescita incontrollabile del numero degli avvocati, ci troviamo di fronte a una grandissima dequalificazione della professione. Con un rischio del non ritorno. Sempre di più gli avvocati sono autodidatti. E questo vuol dire che non arrivano a esercitare la professione con una formazione concreta sul campo. E questa dequalificazione sta arrecando danni così grandi alla professione infinitamente più grandi di quelli che provoca la Bersani. Il nostro obbiettivo è quello di lavorare per la qualificazione della professione. Di qui la necessità di scuole di specializzazione del tipo di quelle che frequentano ad esempio i medici e di istituire albi di specialità”.

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