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l'opinione

Sulla nostra previdenza vogliamo chiarezza

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Mario Schiavon (Presidente Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Libera Professione Infermieristica)

L’Ente di Previdenza e Assistenza degli Infermieri Liberi Professionisti (Enpapi) che presiedo vuole assumere una posizione chiara e ufficiale rispetto al dibattito, spesso troppo parziale e distorcente, che sta facendo da sfondo all’azione del governo sulla riforma delle professioni. A noi non interessa appoggiare l’una o l’altra posizione politica, quanto affermare, sulla base dell’ormai decennale esperienza degli enti nati con il decreto legislativo 103/1996 e nel nostro settore specifico delle professioni infermieristiche, che per l’eterogenea condizione degli ordini è necessario un confronto serrato fra il governo e le parti competenti. Preferisco parlare di riordino, piuttosto che di riforma degli ordini, poiché alcuni sono ormai di inveterata costituzione e necessitano di un adeguamento alle nuove frontiere formative e alle nuove condizioni di lavoro, mentre altri sono in fase di costituzione: si pensi, in tal senso, alla L. 43/2006 rispetto alle professioni sanitarie. Ritengo che sia fondamentale partire dal riconoscimento agli iscritti agli ordini della condizione intellettuale della loro professione, facendone conseguire responsabilità nel suo esercizio, qualità del servizio prestato ed etica della loro offerta. A tal fine ben venga la proposta di accorpamenti per attività professionali analoghe, affinché si giunga presto alla definizione di codici deontologici che di percorsi agevolati per l’inserimento nel mercato del lavoro dei professionisti più giovani. Come per le nostre innovative forme previdenziali, flessibili e personalizzabili in una società differenziata e in continua evoluzione, così rispetto al riordino degli ordini professionali solo l’incontro e il confronto fra i decisori politici e i rappresentanti di settori professionali che ne possono apportare un’esperienza quotidiana può far partorire una riforma al passo con i tempi, con le richieste del mercato del lavoro, con le necessità della società. Gli atti unilaterali hanno da sempre portato solo scontento e inutile conservazione dello status quo.

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