Domani a Roma gli Stati generali del Colap
Presso la sala Capranica i delegati di 172 associazioni
Si terranno domani, giovedì 30 novembre presso la sala Capranica in piazza Capranica 101 a Roma, gli Stati Generali del Colap (Coordinamento libere associazioni professionali). L’assemblea dei delegati di 170 associazioni sarà introdotta, alle ore 10, dalla relazione di Giuseppe Lupoi, coordinatore nazionale. Interverranno alla manifestazione autorevoli esponenti del mondo politico, istituzionale e sindacale tra cui il ministro della Giustizia Clemente Mastella e quello del Lavoro Cesare Damiano. Mondoprofessionisti pubblica in anteprima la relazione. “La convention di domani - dichiara Giuseppe Lupoi (nella foto) - rappresenta un appuntamento importantissimo non soltanto per la nostra associazione ma per la modernizzazione del mercato del lavoro. Quattro milioni di professionisti aspettano da anni una riforma; un percorso troppe volte intrapreso ma mai portato a termine nelle precedenti legislature. Ci auguriamo che il Ddl Mastella conduca a una legge in grado di tutelale lavoratori ed utenti. La presenza di numerose personalità istituzionali è la diretta testimonianza che stiamo affrontando problematiche di interesse generale la cui soluzione non può essere più rimandata”. Nel corso della giornata sarà inoltre presentato uno studio sulle associazioni professionali realizzato dall’Istituto di ricerca Gruppo e-Laborando: un lavoro meticoloso e dettagliato che ha richiesto mesi di indagini e di rilevazioni statistiche. Dal secondo rapporto sulle associazioni professionali presentato dal Colap risulta che i professionisti regolamentati sono quaisi due milioni. A questi bisogna aggiungere i 3 milioni e settecento mila non iscritti a Ordini professionali. Lo studio rileva anche che con alto livello di probabilità il numero di professionisti può essere stimato almeno intorno ai 5 milioni e mezzo di persone. Tenendo ferma questa indicazione è possibile identificare numero dei professionisti associativi. All’interno del campione, infatti, sono il 34% coloro che risultano iscritti ad un ordine professionale. Questo significa che su 5 milioni e mezzo di soggetti, gli iscritti ad un ordine professionale risultano essere circa 1.872.000, quindi il numero di professionisti non iscritti ad ordini professionali in Italia è di circa 3 milioni e 700 mila unità. Gli ordini con maggiori iscritti sono quelli appartenenti all’area sanitaria: medici, odontoiatri (370.374) e infermieri (334.178), quest’ultimo è anche l ordine professionale cresciuto di più negli ultimi venti anni assieme all’ordine dei Dottori Commercialisti. Un numero molto consistente di professionisti non regolamentati svolge il proprio lavoro come lavoratore dipendente (83,60%), di cui il 65,40% esclusivamente come lavoratore dipendente e la restante parte come dipendente di una società (di persone e di capitali) e/o con enti pubblici e privati ma anche collaboratore presso altre società (15,40%) oppure come lavoratore occasionale presso altre società (2,80%). I professionisti non regolamentati che svolgono elusivamente il proprio lavoro come liberi professionisti sono il 10,90% mentre il 5,50% sono liberi professionisti che però hanno anche contratti di collaborazione presso società (di persone e di capitali) e/o con enti pubblici e privati. Percepiscono il reddito più alto i liberi professionisti (1707 ) seguiti dai liberi professionisti che collaborano anche società ed enti pubblici (1233 ). A guadagnare meno sono i lavoratori dipendenti che collaborano in modo occasionale con società ed enti pubblici (832 ). Per calcolare la consistenza del mondo delle associazioni è stato realizzato un database contenente circa 800 associazioni professionali italiane, dalla quale è emerso un campione di indagine di 124 associazioni. I principali risultati riguardano il periodo di nascita delle associazioni che risultano essere state fondate mediamente nel 1982. Nel solo triennio del 2000 si è rilevato un tasso di crescita del 18,24%. Le sede legale delle associazioni si concentra maggiormente al Centro (38,15%) e nel Nord Est (36,42%) del Paese. Osservando il dato regionale: il Lazio raggruppa il 30,06% delle sedi, la Lombardia il 28,90%. Si riscontra anche una significativa presenza dell’Emilia Romagna (9,25%), della Toscana (6,36%) e del Veneto 6,36%).