Riforma Mastella: arrivano i primi commenti
Maurizio de Tilla, presidente
della Cassa Forense e presidente dell'associazione delle casse di previdenza autonome
(Adepp). Lo scenario per gli ordini
è nero, ma c'è ancora il percorso parlamentare e in questo confido perché
vengano smontate le molte criticità del testo. Non è possibile abolire l'esame
di Stato per alcuni ordini, istituire un'authority di sorveglianza, far entrare il ministero di giustizia nel
procedimento disciplinare e consentire ai dipendenti delle p.a di iscriversi all'albo
degli avvocati, oltre ad accorpare ordini senza tenere conto della loro volontà.
Inoltre ci auguriamo che nell'iter parlamentare vengano ripristinate le tariffe
minime e il divieto di patto di quota lite.
Roberto Falcone, presidente della Lapet. Ora che la riforma delle professioni ha superato l’esame del Consiglio dei ministri, riproporremo i nostri suggerimenti. È il momento di tornare ad avanzare quelle richieste presentate al ministro della Giustizia lo scorso 13 novembre, e condivise con Assoprofessioni, accantonate volutamente in queste ultime settimane per non ostacolare in alcun modo l’avvio dell’iter legislativo della riforma delle professioni. Nello specifico, il documento che la Lapet ha sottoscritto in seno ad Assoprofessioni si articola in quattro punti fondamentali: il riconoscimento a monte delle professioni attraverso i decreti attuativi a cui rimanda la legge delega, mediante un apposito elenco che possa essere aggiornato nel tempo (presupposto già individuato in un lavoro che sta svolgendo il Cnel); l’affidamento ad enti accreditati di parte terza del rilascio di attestati di competenza per l’accertamento dei requisiti riguardanti la qualificazione professionale, per evitare l’autoreferenzialità; lo sdoppiamento dei termini di attuazione della delega per quel che attiene il riconoscimento delle associazioni e delle nuove professioni; e infine la previsione che la registrazione delle associazioni nel registro ministeriale sia disposta sentendo il parere oltre che del Cnel anche dei rappresentanti delle associazioni di attività similari e non degli Ordini eventualmente interessati. Si tratta per lo più di suggerimenti che possono rendere il testo più rispondente alle esigenze di maggior tutela dell’utenza. Il primo significativo passo del resto è già stato compiuto questa mattina con il Consiglio dei ministri. Adesso bisogna cercare di raggiungere la meta, e cioè l’approvazione parlamentare della legge-delega, nel miglior modo possibile e quanto prima.
Giuseppe Lupoi, coordinatore
nazionale del Colap (Coordinamento libere associazioni professionali). Siamo
soddisfatti del via libera ricevuto in consiglio dei ministri dal ddl Mastella.
Non possiamo ancora dire che si apre un'era storica con questa riforma in
quanto il percorso non è ancora finito si apre infatti ora quello parlamentare
che ci troverà impegnati a collaborare anche per ottenere dei miglioramenti. Ci
auguriamo inoltre che questo iter parlamentare abbia tempi brevi per arrivare,
allora sì, alla svolta storica che il nostro mondo aspettava da tempo.
Giacomo Leopardi, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi). Consideriamo l'approvazione del disegno di legge un passo in avanti importantissimo per l'intero mondo delle professioni intellettuali regolamentate. Non possiamo che esprimere il nostro positivo parere sui contenuti del disegno di legge che, così come licenziato dal Governo, consente di avviare il necessario processo di ammodernamento del sistema ordinistico senza stravolgerne le basi, ribadendo e rafforzando le funzioni di tutela del cittadino-utente che da sempre gli Ordini perseguono. Apprezziamo anche il conferimento della delega per la riforma degli Ordini delle professioni sanitarie al ministero della Salute. Questa riforma, con l'apertura ai giovani professionisti e con il riconoscimento della rilevanza del ruolo degli organismi ordinistici rappresenta un punto cardine del processo di ripresa e sviluppo dell'Italia al quale le professioni intendono partecipare offrendo il loro contributo di sapere e conoscenza.
Anpa-Giovani Legali Italiani. Consideriamo il disegno di legge delega del ministro Mastella in materia di professioni intellettuali solo come il primo passo per una vera riforma nel senso della liberalizzazione delle professioni. Si tratta di una storica inversione di marcia in favore dei giovani professionisti e dei consumatori. Purtroppo appaiono ancora forti le sfere di influenza degli Ordini Professionali sul tema dell'accesso, della formazione e dell'aggiornamento con
prevedibili ripercussioni sulla concorrenza e sulla libertà nelle professioni intellettuali. Parimenti auspicabile sarebbe la chiara introduzione di società miste, anche con apporto di capitale esterno, per tutte le professioni, anche non tecniche.
Giovanna Melandri. Ministro per le Politiche giovanili. Il provvedimento varato oggi dal consiglio dei ministri si muove su due versanti: garantisce la qualità dell'erogazione dei servizi e abbatte le barriere di acceso in favore dei giovani che vogliono avvicinarsi alle professioni liberali
Pierluigi Bersani. Ministro dello Sviluppo Economico. Il meccanismo di accesso viene riformato anche per i giovani, il testo consolida le acquisizioni già fatte dal governo e apre una prospettiva di riforma significativa. Ora si deve avere un livello di coscienza perché non vengano sviliti, ridotti e limitati gli spazi della riforma.
Cesare Damiano. Ministro del Lavoro. È una riforma forte, una proposta importante, di cui il Paese aveva bisogno. Si tratta di un ulteriore impulso a modernizzare il sistema economico italiano.
Marigia Maulucci, Cesare Regenzi e Lamberto Santini. Cgil, Cisl e Uil. Dopo oltre dieci anni di discussioni e di rinvii, finalmente il governo affronta il varo di un disegno di legge sulla riforma delle professioni. Il disegno di legge, al quale abbiamo concretamente contribuito, presenta un impianto organico complessivamente condivisibile di principi e criteri che danno nuovo impulso alla crescita del settore dei servizi professionali e all'occupazione, attraverso la soppressione delle tariffe minime, la possibilità della pubblicità, il riordino e la democratizzazione degli ordini, la rivisitazione delle riserve di attività, la nascita di libere associazioni professionali. Tuttavia non mancano limiti anche significativi su un testo di evidente mediazione. E, ai fini di una reale liberalizzazione del mercato dei servizi professionali, chiediamo al ministro Mastella e al Parlamento una più ampia libertà di accesso alle professioni, una delimitazione più severa delle riserve di attività, minori vincoli per la formazione di società (anche attraverso l'apporto di capitale da parte del socio non professionista) e la definizione tra le parti sociali dell'equo compenso dei tirocinanti. Molte cose possono essere migliorate. I sindacati seguiranno con attenzione l'iter della legge, che deve guardare prioritariamente agli interessi fondamentali dei cittadini, alle aspettative dei giovani e alla crescita del paese, prima che agli interessi di parte e delle categorie coinvolte.
Regino Brachetti Assessore agli Affari Istituzionali della Regione Lazio, con delega agli Ordini e Collegi professionali. È una riforma che introduce ulteriori garanzie di qualità delle prestazioni, a vantaggio dei cittadini e delle istituzioni, rendendo il sistema delle professioni più moderno ed efficiente. La Regione Lazio già oggi si avvale della consulenza gratuita dei professionisti designati dagli Ordini e dai Collegi professionali, sia per prestazione tecniche, sia per quanto riguarda interventi di natura legislativa, grazie al lavoro svolto dalla segreteria tecnica della Conferenza Regione-Ordini e Collegi professionali, prevista da una legge regionale che era rimasta inapplicata, e che noi abbiamo reso operativa di recente. In virtù della riforma, il nuovo modo di interpretare la collaborazione tra mondo delle professioni ed istituzioni che abbiamo avviato potrà contare su una base di discussione ancora più ampia.
Gianni Alemanno di An. La legge delega che è stata approvata dal Governo si presenta come troppo generica e pericolosa per il futuro delle professioni intellettuali. Avevamo chiesto di evitare l'utilizzo della delega per approvare un testo completo, utilizzando anche le tante proposte depositate in Parlamento da tutti i gruppi. Invece il governo non solo ha scelto la strada della delega, ma ha approvato un testo talmente generico da essere di dubbia costituzionalità. Da quello che emerge non vi è nessuna garanzia e nessuna certezza per la tutela delle professioni intellettuali, rispetto al confuso associazionismo che è stato in questi anni, ne per la certificazione della qualità della prestazione che è l'obbligo primo degli ordinamenti professionali. È indispensabile che il Governo e in primo luogo il ministro Mastella siano disponibili al confronto con l'opposizione in Parlamento e alla concertazione con le categorie interessate, per evitare che questa presunta riforma si trasformi in una nuova lacerazione del Paese dopo quella prodotta dal decreto Bersani.
Silvio Crapolicchio, deputato dei Comunisti italiani e componente della Commissione Giustizia alla Camera. La nostra disponibilità politica è totale, convinti della giustezza del disegno di legge delega che consentirà al Parlamento di fissare i criteri di indirizzo politico su cui poi il Governo sarà chiamato a pronunciarsi. Riteniamo quindi, pur con la riserva di verificare le successive fasi del procedimento normativo, che l'attenzione del legislatore e della collettività deve essere volta a trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di natura privatistica delle libere professioni e quelle di natura pubblicistica della cura dell'interesse pubblico, per assicurare in ogni caso prestazioni qualitativamente elevate. Apprezzando pertanto l'iniziativa del Governo, che introduce modifiche importanti per l'accesso alle professioni e per garantire un ricambio generazionale negli incarichi direttivi tanto urlato nelle piazze, daremo il nostro fattivo contributo a licenziare una riforma che regoli fattivamente una materia che merita di essere adeguata alle nuove esigenze del mondo delle professioni.
Fabio Rampelli, deputato di An. Il ddl rappresenta una sconfitta per tutti i liberi professionisti italiani che da oggi, per colpa di questo governo, saranno costretti a mettere da parte la loro professionalità e cultura, per sposare logiche di profitto e di capitale. Sarà impossibile all'utente l'individuazione dei migliori professionisti, inevitabilmente e accidentalmente confusi con i migliori offerenti. Inoltre, non è chiaro il ruolo che avranno gli ordini professionali (cosa significa
assemblamento e controllo e disciplina da parte di organi esterni?). In particolare penso agli avvocati. Bersani e Mastella hanno cancellato in un colpo solo e alla chetichella, i caratteri di autonomia che da sempre connotano la tradizione degli ordini forensi. Con questo governo è garantito solo l'odio sociale e ideologico, legato alla libertà che da sempre s'accompagna al lavoro dei professionisti.
Daniele Capezzone. Presidente della commissione Industria della Camera. Serve una svolta liberale. Dico no a pasticci conservatori. Per questo presenterò proposte per correggere ed emendare il disegno di legge in senso liberale, affinché il riordino delle professioni si traduca in una effettiva riforma, di tipo anglosassone, che renda le professioni davvero libere e accessibili.