Bene il Governo sui finanzimenti ai giovani ricercatori: ma non dimentichi gli specializzandi !
di Ignazio Roberto Marino (Ulivo) Presidente della Commissione Sanità del Senato
Ci sono alcuni argomenti, legati all'ambito sanitario e della ricerca scientifica, che sono stati inseriti nel maxiemendamento della legge finanziaria per il prossimo anno e che hanno recepito le esigenze di innovazione e di cambiamento che il paese sollecita da anni: ultimamente con richieste sempre più insistenti e, a mio avviso, legittime. Faccio riferimento in particolare al settore della ricerca in campo medico e ai criteri di assegnazione dei finanziamenti ai nostri ricercatori più giovani e promettenti. L'obiettivo a cui puntare è quello di rinnovare il settore della ricerca partendo dal metodo di selezione dei ricercatori e dell'attribuzione dei fondi basandolo su criteri esclusivamente meritocratici, sulla trasparenza e sulla reale originalità e potenzialità dei progetti. Non solo, dobbiamo favorire i progetti dei ricercatori più giovani che devono essere giudicati in maniera rigorosa attraverso il sistema della valutazione tra pari. Per questo il Governo si è dimostrato sensibile nel sostenere una proposta avanzata qui al Senato per fare si che almeno il 5% dei finanziamenti per la ricerca in medicina siano riservati ai ricercatori al di sotto dei quarant'anni. Vorrei però sottoporre alla vostra attenzione anche la situazione dei nostri medici specializzandi il cui lavoro rappresenta spesso una fonte di manodopera a basso costo per il Servizio Sanitario Nazionale e non solo un'occasione di apprendimento e di professionalizzazione. Il loro inquadramento contrattuale è di tipo precario nonostante nessuno possa ignorare il prezioso, e a volte insostituibile, apporto di questi giovani professionisti nella gestione dei reparti dei nostri ospedali e il supporto costante ai medici strutturati in tutte le funzioni di assistenza ai pazienti. Proprio in virtù di queste peculiarità, dell'impegno e anche delle responsabilità che gli specializzandi si assumono, chiedevamo di andare incontro alle giuste rivendicazioni di questi giovani medici, attraverso un appropriato trattamento previdenziale che attualmente risulta inadeguato rispetto a quanto dovuto. Purtroppo la nostra richiesta non è stata accettata ma confido tuttavia che il problema non venga messo in disparte e che si senta l'esigenza di trovare al più presto un'occasione per affrontare in maniera complessiva il nodo della situazione contrattuale dei nostri specialisti di domani. Mi preme poi sottolineare come alcuni degli aspetti sociali legati all'ambito sanitario che avevamo posto all'attenzione del Governo, non abbiano trovato risposta e mi rammarico perché non siamo riusciti in questa sede a trasmettere ai cittadini un messaggio importante di attenzione verso i più deboli. Mi riferisco in particolare ad un problema che si trascina da molti anni senza trovare una soluzione adeguata, quello relativo alle persone, tra cui i talassemici, che hanno contratto virus molto gravi, come quello dell'AIDS o dell'epatite B o C, in seguito ad una trasfusione con sangue non controllato. Questo gruppo di persone deve essere risarcito, come è già stato fatto per esempio per altri gruppi di pazienti, al fine di rispettare in questo modo l'equità e l'uguaglianza di tutti i cittadini. Occorre, a mio modo di vedere, riconoscere il dovere dello Stato verso quei cittadini che indipendentemente dalla loro volontà, sono stati vittime di una grave menomazione. Si tratta al tempo stesso di non comprimere un diritto che deve sempre e comunque essere garantito a chi ha subito, proprio da parte dello Stato, una danno irrimediabile per la propria salute. Ribadendo il mio sostegno all'azione di Governo, ritengo però necessario non accantonare questi temi ma imprimere piuttosto una significativa accelerazione, con una più determinata attenzione alle tematiche degli investimenti nel campo della ricerca e a quelle della solidarietà sociale. Proprio in merito a questi specifici obiettivi, mi auguro quindi che in futuro venga confermata una necessaria riflessione nella nostra attività parlamentare e di Governo.