Protesta degli avvocati: studi chiusi una volta al mese
di Elisa Pastore
Basta astensione dalle udienze, per far sentire la loro protesta gli avvocati chiudano una o più volte al mese gli studi. È la proposta lanciata, durante l'assemblea nazionale dell'avvocatura e delle professioni, dalla leader dell'Organismo unitario dell'avvocatura Michelina Grillo. “Nasce oggi – ha spiegato - la proposta di sostituire l`astensione con una o più giornate di chiusura degli studi, a partire da gennaio. Queste giornate, in cui l`attività delle udienze si continuerà a svolgere, saranno dedicate all’organizzazione sul territorio di iniziative pubbliche, con la partecipazione di parlamentari locali, per discutere le ragioni della protesta. Siamo in piena emergenza democratica: la giustizia italiana – ha avvertito Grillo - è senza risorse, siamo vittime di una irragionevole lunghezza dei processi, i fondi per il gratuito patrocinio per i meno abbienti sono ulteriormente tagliati e i tribunali non hanno neppure la carta per fare le notifiche. E gli avvocati sono ormai da mesi sotto attacco. Nel nostro Paese è in gioco il diritto alla difesa non gli interessi particolari di una categoria di professionisti". Gli avvocati sono reduci da altri tre giorni di astensione, che hanno registrato “una massiccia adesione in tutti i tribunali e in tutti i settori”, ma anche da incontri con i cittadini e con i parlamentari. “Abbiamo coniugato alla protesta – ha rilevato la Grillo - una forte proposta. Ora aspettiamo che Prodi si renda conto che i nostri non sono fischi preordinati o strumentali, ma il grido di insofferenza e di allarme di uno dei ceti produttivi del nostro Paese. Il tentativo di parte di questa maggioranza di mettere alla gogna i professionisti, e gli avvocati in particolare, come fossimo una banda di criminali evasori è fallito. Se solo il governo, in modo meno ideologico, si fosse fermato ad ascoltare le nostre ragioni se ne sarebbe accorto da tempo, cambiando direzione di marcia. Il progetto presentato da Mastella - ha aggiunto la presidente Oua riferendosi alla riforma delle professioni proposta dal governo - è inadeguato, figlio di un clima fatto di forzature e di testi blindati. Anche per questa ragione, insieme al Cup e all’Adepp, abbiamo lanciato una consulta permanente tra parlamentari e professionisti perché riteniamo che questa sia la soluzione migliore per uscire dalle contrapposizioni di questi mesi. È uno strumento utile per costruire una riforma delle professioni condivisa ed efficace. Hanno già dato la disponibilità circa trenta deputati e senatori, in maggioranza del centrodestra, ma con alcune significative presenze anche del centrosinistra. E nelle prossime ore attendiamo ulteriori adesioni. In un corteo che ha visto sfilare 50mila persone – ha concluso Michelina Grillo - abbiamo proposto a gran voce un tavolo dei volenterosi, una cabina di regia politica bipartisan, che si incontri periodicamente e affronti i principali nodi legati alla riforma delle professioni. È fondamentale che si ritorni in Parlamento e che in quella sede ci sia un dibattito ampio, con un esame attento di tutte le proposte presentate. Serve discontinuità rispetto alle scelte fatte fino ad ora. Non è con i decreti legge notturni, con i voti di fiducia, con le leggi delega che si può fare una seria politica riformista”.