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l'opinione

Da Assoprofessioni no alla aliquota al 23,50 per il contributo previdenziale alla gestione separata Inps.

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I professionisti, a differenza dei collaboratori, sostengono l’onere contributivo per intero. Di qui la richiesta contenuta in una lettera una lettera al presidente Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, e per conoscenza ai ministri del Lavoro e dell’Economia e Finanze, Cesare Damiano e Tommaso Padoa Schioppa, che la norma possa essere riformulata nell’ambito del decreto fiscale correttivo che il Consiglio dei ministri si accinge ad emanare nella seduta del prossimo 27 dicembre. “Assoprofessioni – ha detto il segretario generale della confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, Roberto Falcone - condivide alcune preoccupazioni espresse dal presidente della Repubblica sulla Finanziaria, e a tal proposito evidenzia un problema che riguarda i professionisti non regolamentati per i quali la Finanziaria prevede l’innalzamento della contribuzione per gli iscritti alla gestione separata Inps, con l’esclusione dei professionisti. L’aumento dell’aliquota al 23,50% è infatti secondo Assoprofessioni un onere insostenibile anche nella considerazione che nessuna cassa professionale privata richiede un’aliquota così alta. Già prima dell’avvio della discussione al Senato, il segretario Falcone ebbe modo di segnalare che “questa previsione può di sicuro produrre un’ingiustificata discriminazione sul mercato ed una concorrenza sleale tra professionisti in quanto i soggetti iscritti alle casse private potranno offrire prestazioni con compensi più bassi”. Il suggerimento, accolto dai senatori di maggioranza Giovanni Procacci e Antonio Boccia, è infatti divenuto un emendamento a firma degli stessi parlamentari, ma non è stato esaminato a causa del contingentamento dei lavori. Ragion per cui Assoprofessioni propone di porre rimedio al problema nell’ambito del decreto fiscale correttivo che il Consiglio dei ministri si accinge ad emanare nella seduta del prossimo 27 dicembre. “Condividiamo la necessità di uniformare i trattamenti previdenziali e pensionistici dei collaboratori iscritti alla Gestione Separata a quelli dei lavoratori dipendenti – commenta Falcone – ma non è assolutamente accettabile l’aumento di cinque punti percentuali a carico dei professionisti iscritti alla medesima Gestione così come previsto dalla Legge Finanziaria 2007. I professionisti, infatti, a differenza dei collaboratori, sostengono l’onere contributivo per intero”.


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