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l'opinione

Saranno rivisti i contributi dei professionisti non regolamentati

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di Elisa Pastore

La Lapet ha vinto: la richiesta rivedere gli aumenti delle aliquote contributive dei professionisti non regolamentati, salita al 23,50 per cento per effetto della Finanziaria, avverrà con uno dei decreti all’esame del Parlamento, probabilmente anche con il Milleproroghe. Ad annunciarlo, Giovanni Battafarano, capo della segreteria tecnica del ministro del Lavoro, Cesare Damiano. L’idea era stata lanciata dal presidente nazionale della Lapet, Roberto Falcone, in qualità di segretario generale di Assoprofessioni, già alla fine del 2006. Negli ultimi giorni di dicembre, infatti, i tributaristi hanno sollecitato dapprima il Senato, poi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, compresi il presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, e i ministri del Lavoro e dell’Economia e Finanze, Cesare Damiano e Tommaso Padoa Schioppa, a riformulare la norma relativa all’innalzamento della contribuzione per gli iscritti alla gestione separata Inps, con l’esclusione dei professionisti. La lettera è stata inviata alla luce del fatto che il suggerimento proposto dal numeroso coro delle associazioni delle professioni non regolamentate riunite nella confederazione, non ha trovato spazio nel decreto fiscale correttivo, dopo essere stato escluso dagli emendamenti alla Finanziaria, per effetto del maxiemendamento. La principale preoccupazione è che la norma possa produrre effetti opposti rispetto agli obiettivi che si prefigge. “Questa impennata dell’aliquota contributiva al 23,50 per cento – dichiara Falcone – anziché favorire e migliorare le future prestazioni pensionistiche costituirà un insopportabile prelievo forzoso tale da sfociare addirittura in vera e propria evasione contributiva soprattutto da parte dei professionisti più giovani e pertanto meno abbienti. Senza contare che i professionisti iscritti alla gestione separata Inps, oltre ad essere discriminati rispetto ai colleghi ordinistici, non godono delle stesse prestazioni che la legge Finanziaria 2007 pone a favore dei lavoratori parasubordinati, quale ad esempio l’indennità di malattia”. Pur essendo infatti condivisibile la necessità di uniformare i trattamenti previdenziali e pensionistici dei collaboratori iscritti alla Gestione Separata a quelli dei lavoratori dipendenti, ciò che non è assolutamente accettabile è l’aumento di cinque punti percentuali a carico dei professionisti iscritti alla medesima Gestione. Per rendersene conto basti soltanto pensare che i professionisti, a differenza dei collaboratori, sostengono l’onere contributivo per intero. La proposta dei tributaristi, il cui recepimento è già sfumato nella Finanziaria, sia alla Camera che al Senato, continua appunto ad essere quella di eliminare la iniqua previsione di legge. Ma la Lapet ed Assoprofessioni non chiudono le porte ad altre ipotesi, chiaramente da valutare con la massima attenzione, tra le quali un innalzamento graduale nel tempo delle aliquote, mediante progressivi aumenti che pian piano negli anni possano raggiungere il livello percentuale oggi richiesto in un’unica soluzione. “Accogliamo con favore – conclude soddisfatto Falcone – i nostri suggerimenti sono stati presi in seria considerazione dal ministero del Lavoro attraverso il capo della segreteria tecnica, il senatore Battafarano, che intende risolvere il problema al più presto. D’altra parte, non poteva essere diversamente vista la complessità della materia”.
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