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Giochi: serve una legge quadri sul settore

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Colloquio con Francesco Tolotti (Unione). Vicepresidente della Commissione finanze della Camera

“È necessario che venga varata una legge quadro del settore giochi. Basta con gli intervenmti episodici che anche se come si è visto in Finanziaria hanno ricadute positive non contribuiscono a fare chiarezza”. Francesco Tolotti, Bresciano, eletto nelle liste dell’Ulivo in Lombardia, e attuale vicepresidente della Commissione finanze della Camera, ha le idee chiare in fatto di gioco e di cosa necessiti il settore. “C’è la necessità – dice - di un’approfondita indagine su tutto il settore dei giochi per rendere più rigoroso l’intervento dello Stato che fine a qualche anno fa era mancato e che ora sta cominciando a dare frutti, come si vede dalle cifre che vengono allocate in bilancio. Ci sono alcune cose però che vanno riviste, in termini di prelievo, modalità per effettuarlo, riconoscimento del ruolo dei gestori, etc. Come Commissione finanze della Camera avvieremo, e su questo c’è già un accordo bipartisan tra maggioranza e opposizione, una serie di audizioni dei principali operatori, per raccogliere valutazioni e indicazione per tenerne conto in una iniziativa legislativa. Per quanto riguarda il metodo, partiremo dall’indagine conoscitiva sul settore dei giochi, svolta dal Senato nella precedente legislatura. Rappresenta un buon punto di partenza ma in un settore come questo in cui le novità sono all’ordine del giorno, e sono piuttosto significative, riteniamo che le audizioni possano offrire un punto di vista aggiornato. Subito dopo sono convinto che occorra una legge quadro, spero sia una convinzione condivisa perché c’è bisogno di un intervento. Ci sono tre realtà da garantire, da tutelare ed equilibrare: lo Stato, dal punto di vista del prelievo, gli operatori, perché ci sono delle situazioni di squilibrio, e gli utenti”. Tolotti giudica negativamente le critiche arrivate dalla Lega alle norme sui giochi…”Io – dice – non la penso così: proprio perché sono consapevole, e credo lo siamo tutti, della pericolosità che può essere insita in un gioco che non sia regolato, che non sia soggetto a regole trasparenti, che non sia controllato. C’è bisogno che lo Stato si occupi, dal punto di vista legislativo, di questo settore. Illudersi che non fare nessuna legge sui giochi serva in qualche modo ad esorcizzare il rischio che è connesso ai giochi, è una illusione, e anche un atteggiamento un po’ demagogico. Penso sia necessario impegnarsi affinché questa realtà diffusa venga sottratta al nero, perché il nero non solo significa nessuna entrata per lo Stato ma è anche un brodo di coltura contiguo alla criminalità e agli illeciti”.
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