Verso le elezioni
I
programmi elettorali di tutti i candidati Premier dicono poco o niente in
materia di professioni, quasi che il tema sia secondario per lo sviluppo della
economia del Paese.
A
nostro avviso è un errore: il 20% del PIL è fatto dai servizi professionali; l’Agenda
di Lisbona ci obbliga a ripensare, ormai con urgenza, le regole di questo mondo;
il saldo negativo della bilancia dei pagamenti per servizi professionali è
sempre più elevato. Per supportare la crescita economica del nostro Paese e
garantire la sicurezza e la soddisfazione dei cittadini/consumatori/utenti è,
quindi, fondamentale mettere il sistema professionale italiano nella condizione
più efficace per affrontare con innovazione e capacità le sfide del mercato
globale.
In
questo contesto si colloca l’iniziativa del CoLAP di sottopone all’attenzione
dei candidati premier l’allegata proposta di legge, a costo zero per l’erario
ed attesa da 15 anni dagli oltre tre milioni di cittadini italiani che
esercitano professioni “associative”.
Nel caso trovasse il loro consenso, unito all’impegno di farla propria nel
caso di esito per loro favorevole della consultazione popolare del 13 aprile,
il CoLAP lo comunicherà a tutti i propri iscritti con esplicito invito al voto.
La proposta di legge si propone di
riorganizzare il sistema professionale italiano su base duale e sinergica dove,
a fianco degli ordini, che mantengono tutte le attuali prerogative,
vengono regolamentate le associazioni professionali con il fine di massimizzare
la diffusione delle informazioni a favore del consumatore/utente/cittadino, la
cui soddisfazione deve essere posta al centro di tutto il sistema.
A nostro avviso la regolamentazione
delle libere associazioni professionali in Italia è:
·
la prova di voler porre in atto politiche di
modernizzazione del paese.
Le associazioni professionali, infatti, rappresentano soggetti di diritto
privato il cui scopo è quello di informare correttamente gli utenti del “saper
fare” dei professionisti liberamente iscritti. Un’informazione questa frutto della
costante verifica delle competenze dei singoli professionisti iscritti e capace
di ridurre l’ asimmetria informativa esistente tra chi eroga il servizio e chi
ne è fruitore, che non può essere data dagli ordini professionali che hanno
altre funzioni.
·
un atto, sia pur tardivo, di resipiscenza nei confronti dei
professionisti. “associativi”.
Riconoscere formalmente le associazioni consente di dare pari dignità e diritti
ai milioni di professionisti che quotidianamente prestano i loro servizi, subendo
attacchi e contestazioni da parte di chi vede in loro una minaccia e non una
risorsa.
·
un modo per concretizzare i concetti liberali in economia
dove il merito, le
competenze, la qualità ed il rispetto rigoroso di un etica professionale sono la
base di un sistema professionale competitivo e garanzia di un buono standard di
qualità.
·
la dimostrazione di una cultura che guarda all’Europa. In molti paesi europei le associazioni
professionali sono già riconosciute ed hanno libertà di movimento, Alla luce
del decreto di recepimento della direttiva qualifiche è fondamentale veder
riconosciuto e garantito anche ai nostri professionisti il libero esercizio
della propria attività professionale in tutti i paesi UE.