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Infermieri

Tutto esaurito per la simulazione del processo penale “Un caso di sovradosaggio di farmaco antiblastico”, organizzata dal Collegio IPASVI Milano-Lodi presso l’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano. Che gli infermieri abbiano visto crescere ed estendersi la propria autonomia e le proprie responsabilità è un dato di fatto. Come ciò si traduca nella pratica quotidiana e quali siano le effettive ricadute, resta un aspetto non sempre immediato da cogliere. «Per fornire spunti di riflessione su questi temi – illustra il Presidente del Collegio Giovanni Muttillo – abbiamo pensato di dar vita a un evento originale: la presentazione di un caso realmente accaduto. “Un giorno in tribunale” si è rivelato il modo più efficace e chiaro per rendere accessibili concetti, sfumature e criticità altamente complessi. A riprova del forte impatto e della valenza didattica di questa scelta stilistica, sta la grande affluenza di infermieri: più di trecento solo stamattina, per un evento che è alla sua terza edizione». Al banco degli imputati, medici e infermieri professionisti hanno portato le loro testimonianze di fronte ad Alfonso Marra, giudice e presidente della Seconda Sezione della Corte d’Appello di Milano. In discussione, il sovradosaggio di un farmaco antiblastico sulla base di una prescrizione scorretta all’interno di un protocollo sperimentale, con esito infausto per il paziente. Il dibattito sulle responsabilità degli infermieri nella somministrazione e preparazione delle terapie è stato acceso. «Dal momento che le responsabilità di eventuali errori ricadono su tutta l’equipe e l’organizzazione – conclude Muttillo –, anche l’infermiere, di fronte a una prescrizione errata, deve valutare accuratamente quanto prescritto ed esprimere la propria opinione attraverso il confronto e l’integrazione con le altre professioni. Avere responsabilità significa anche disporre di autonomia e capacità critica: su questi aspetti il Collegio IPASVI vuole investire attraverso l’aggiornamento dei propri iscritti per una cultura della sicurezza e per la tutela della salute delle persone assistite».
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