Medici
Una petizione al Ministro della Giustizia Clemente Mastella. L’ha inviata Amami (Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente), insieme ai rappresentanti delle maggiori società scientifiche, delle associazioni e dei sindacati medici. La richiesta è di ottenere che nei procedimenti per presunta “malpractice”, le consulenze tecniche medico-legali siano redatte sempre in collegialità dal medico-legale e da uno specialista della materia, tema dell’indagine. Lo prevede lo stesso Codice di Deontologia Medica che, approvato lo scorso 16 dicembre, all’articolo 62 recita “… In ambito di responsabilità professionale, è doveroso che il medico legale richiede l’associazione con un collega di comprovata esperienza e competenza nella disciplina coinvolta...”. “Finalmente, anche il Codice Deontologico riconosce il diritto di essere giudicati da chi ha esperienza reale e non teorica!” afferma Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami - È necessario, infatti, che al fianco del consulente medico legale vi sia sempre un tecnico che rappresenta la lente d’ingrandimento del magistrato con esperienza pratica comprovata nell’ambito specifico in cui si andrà a indagare, almeno pari al medico sottoposto a indagine. Siamo stanchi - conclude Maggiorotti – del continuo aumento dei procedimenti giudiziali nei confronti dei medici che si risolvono con una pronuncia di assoluzione o con il rigetto delle domande avanzate per l’infondatezza dell’azione, laddove il problema sarebbe risolvibile con una consulenza tecnica preliminare impeccabile”. Il medico sottoposto ingiustamente a giudizio patisce danni (morali e patrimoniali) incalcolabili tutt’oggi non risarciti dall’attuale ordinamento. Il risultato – Amami lo ribadisce da sempre - è che i medici si trincerino sempre più spesso dietro la medicina ‘difensiva’, attuando scelte terapeutiche dettate da cautela giudiziaria più che da reale convincimento scientifico, con gravi ricadute economiche ed assistenziali per la sovraprescrizione di esami, farmaci e ricoveri”.