Professioni
Per diventare consulenti del lavoro, bisognerà essere laureati in una disciplina giuridico-economica e non basterà più il diploma di scuola secondaria superiore. È quanto prevede una proposta di legge che intende modificare i requisiti per l'ammissione all'esame di abilitazione all'esercizio della professione attualmente previsti dalla normativa vigente. L'esame del provvedimento, di iniziativa parlamentare, ha preso il via in commissione Lavoro della Camera dei deputati. Ma, a sancire le nuove regole per la categoria, è intervenuto anche un emendamento al disegno di conversione del decreto legge che contiene disposizioni volte a dare attuazione a obblighi comunitari e internazionali, approvato dal Senato. Quella sui requisiti di accesso alla professione, infatti, come afferma la presidente del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, ''era un'infrazione comunitaria fin dal 1994, visto che a richiedere le nuove modalità è stata l'Unione Europea. Un obiettivo -sottolinea Calderone- che ci ponevamo da tempo. Del resto, la maggior parte dei giovani che si affacciano alla nostra professione possiede già la laurea. Nei fatti la riforma già c'è, ma avevamo bisogno che la legge la recepisse. Dunque – aggiunge - non possiamo che esprimere soddisfazione perché sono state accolte le nostre richieste e perché è stata dimostrata una certa sensibilità verso una categoria in continua evoluzione di specialisti del mercato del lavoro, che deve avere un percorso formativo adeguato''. Quando la riforma andrà definitivamente in porto, quindi, non ci sarà più il doppio binario per accedere alla professione. La normativa attuale, che risale al 1979, infatti, per accedere all'esame di Stato abilitante, richiede il possesso del diploma di scuola secondaria superiore o, in alternativa, della laurea in giurisprudenza, scienze economiche e commerciali o politiche. Mentre, d'ora in avanti, sarà consentito l'accesso solo ai titolari di laurea triennale riconducibile all'area giuridico-economica, con i relativi percorsi di laurea specialistica, oppure il diploma universitario o laurea triennale in consulenza del lavoro. Un percorso unico di accesso alla professione, quindi, da anni richiesto dalla categoria e che va incontro a una situazione già consolidata. Attualmente, infatti, l'80% dei giovani che si presentano a sostenere l'esame di Stato è già in possesso almeno di una laurea triennale. Per salvaguardare coloro che hanno già avviato il percorso professionale con la norma attuale, la nuove proposta di legge prevede una disciplina transitoria: fino al 31 dicembre 2013, coloro che hanno già ultimato il periodo di tirocinio o che lo stanno svolgendo alla data di entrata in vigore della modifica normativa possono sostenere l'esame anche se non in possesso della laurea. E chi ha già conseguito l'abilitazione, avendo il solo diploma di scuola secondaria superiore, ma ancora non risulta iscritto all'albo potrà farlo entro tre anni.