Fisco
A poco più di venti giorni dalla scadenza del termine per la presentazione dell’istanza di rimborso IVA sulle autovetture, cresce il malcontento negli studi professionali per l’ingiustificata ristrettezza dei tempi a disposizione nonché per le notevoli difficoltà di calcolo delle somme da richiedere in restituzione. Oltre alle richieste di proroga dei termini (giustificate dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del modello per la richiesta di rimborso soltanto il 23 marzo scorso), il Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti, in questi ultimi giorni, sta registrando, con sempre maggiore insistenza, numerose istanze di professionisti che chiedono a gran voce di rivedere i meccanismi di determinazione degli importi rimborsabili. “Per evitare che l’operazione rimborsi IVA sulle autovetture si traduca in una beffa per i contribuenti – spiegano Antonio Tamborrino, Presidente del Consiglio nazionale e Roberto D’Imperio, Consigliere nazionale delegato alla Fiscalità - urgono interventi del legislatore tesi a semplificare detti meccanismi di calcolo dei Dottori commercialisti, anche ipotizzando una forfetizzazione delle maggiori imposte sui redditi e IRAP che risultano dovute per effetto della maggiore IVA detraibile, pur sempre determinata in modo forfetario. Le complicazioni derivanti dai ricalcoli di IRPEF, IRES e IRAP per il periodo 2003-2006 (centuplicate nel caso di società di persone e associazioni professionali) potrebbero essere evitate o attenuate – proseguono Tamborrino e D’Imperio - semplicemente prevedendo una determinazione forfetaria anche di queste ultime imposte mediante l’applicazione di una imposta sostitutiva commisurata all’ammontare del rimborso conseguito”. Tamborrino e D’Imperio ricordano infine che la ristrettezza dei tempi a disposizione impone un intervento d’urgenza del legislatore in tal senso che sia in grado di dare “effettività” ai legittimi diritti dei contribuenti per effetto della nota sentenza della Corte di giustizia europea concernente l’IVA sulle autovetture.