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Professioni sanitarie

Sale la tensione tra medici e infermieri dopo la lettera-manifesto pubblicata il 16 maggio sul 'Corriere della Sera' da Annalisa Silvestro, presidente della Federazione nazionale Collegi degli Infermieri che, rispondendo all'articolo "Todos caballeros" pubblicato su 'Repubblica' il 27 aprile, rivendicava l'importanza di superare "rigide gerarchie tra professioni che risponde a vecchie logiche di potere". Oggi sul quotidiano romano la presa di posizione di Mario Falconi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, che in una lettera al giornale sostiene che le tesi dell'articolo sono condivisibili. La preoccupazione più grande, scrive Falconi, è quella che "quando tutti gli infermieri saranno laureati e masterizzati chi distribuirà le medicine ai degenti, chi porterà la padella o il pappagallo, chi metterà e toglierà la flebo?". Secondo il presidente dell'Ordine dei medici è legittima l'aspirazione degli infermieri laureati "a un'attività professionale superiore, ma ciò andrebbe accompagnato da una politica di immissione di figure professionali ausiliarie che svolgano quelle mansioni citate". In assenza di ciò, quindi, pur dichiarando di rifuggire "da qualsivoglia polemica", Falconi ribadisce che l'autonomia degli infermieri "termina laddove inizia la competenza propria ed esclusiva dell'atto medico, che viene valorizzato nella precipua essenza di direzione e centralità professionale".
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