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1° Congresso delle Professioni intellettuali del Piemonte

1° Congresso delle Professioni intellettuali del Piemonte -
Ordini e Collegi a tutela della collettività Relazione introduttiva Dr. Giuseppe Geda - Presidente ( nella foto )

Autorità, colleghi, signori e signore nel porgere a tutti voi un sincero e cordiale saluto, Vi ringrazio!
Vi ringrazio di essere qui oggi perché con la vostra presenza si concretizza quel momento fondamentale che vede fondersi l’interesse del cittadino con l’interesse del professionista.

Si! Perché noi prima di essere professionisti siamo cittadini ed è anche come tali che vogliamo far sentire la nostra voce.

Il CUP Piemonte, che ho l’onore di presiedere, conta più di 120.000 mila professionisti che fanno capo ad Ordini e Collegi; ma quante altre figure lavorano (e quindi vivono) al nostro fianco nei laboratori, negli studi! Anche queste persone oggi, se non fisicamente, sono al nostro fianco ed è anche per loro che noi oggi dibatteremo.

La mia breve relazione nasce da uno spunto: “la qualità della prestazione professionale” che è alla base della filosofia stessa delle professioni intellettuali, in quanto associata indissolubilmente al fine cui guarda: “la tutela della collettività”.

Questo è il punto chiave, questo è il punto cardine sul quale ruota, e deve ruotare la giornata di oggi.

I miei collegi del Comitato Tecnico, che relazioneranno dopo di me, toccheranno temi specifici, spunto anch’essi per le tavole rotonde che seguiranno. Il mio contributo vuole essere di premessa ma nello stesso tempo di chiara ed intuibile traccia.

Due soli, quindi, i punti sui quali mi soffermerei: il fine ed il mezzo.
- il fine : la tutela del cittadino
- il mezzo : la qualità della prestazione

Una qualsivoglia riforma delle professioni intellettuali deve, non solo può, guardare al fine:
e allora deve guardare agli Ordini ed ai Collegi.

La loro istituzione per legge è maturata proprio per tutelare il cittadino; chi conosce tali leggi lo sa, chi non le conosce spesso parla a sproposito.

Ecco allora che sentiamo dire le cose più assurde, o sciocche o stupide quali:
- gli Ordini perché
- gli Ordini sono chiusi
- gli Ordini bloccano i giovani
- gli Ordini non fanno formazione

La più bella però è: la gente vuole che gli Ordini siano aboliti!!!

Di fronte a dette affermazioni (perché di affermazioni si tratta e non di domande) mi verrebbe da dire ciò che spesso mi diceva mio nonno con aria benevola e paziente: “ benedetta ignoranza!”

L’aggettivo benedetto era probabilmente dovuto al fatto che ai bambini anche l’ignoranza è giustificata. Noi qui non siamo in questa situazione!

Blocco, chiusura, giovani emarginati…..ma di cosa parlano questi signori?!

Noi blocchiamo i giovani? Noi o coloro che con la loro politica mortificano colui che s’impegna per molti anni negli studi universitari per poi sentirsi dire che: forse il titolo non sarà riconosciuto… forse l’abilitazione non serviva… forse è stato sciocco a studiare per esercitare una professione che potrà essere esercitata senza dedicare tanto impegno.

Ditelo a quelle famiglie che, come la maggior parte delle nostre (già perché signori, noi non siamo tutti figli di professionisti!) sta facendo sacrifici per far studiare i figli; diteglielo, spiegatela questa liberalizzazione!.

Ma poi la gente vuole che gli Ordini siano aboliti!! Andate nelle piazze, nei bar, nei mercati e chiedete cosa vogliono!? Ci dicono….

Sono andato, ho chiesto, ho ascoltato…ho sentito…

Volete che vi dica tutto quello che la gente vorrebbe abolire prima degli Ordini? …aboliamo tutto?!

Non confondiamo gli sfoghi con le riflessioni, le richieste ponderate basate sulla conoscenza da quelle impulsive dettate dalla mancanza di informazione o peggio dalla disinformazione.

Se poi andate a fondo nell’inchiesta allora vedete che il cittadino ( la gente) quando si rivolge ad un professionista da per scontato che questi sia abilitato all’esercizio della professione secondo criteri, che se anche non conosce, sono quelli che ritroviamo negli Ordini.

Altre cose avrei da dire in proposito, ma mi riservo di accennarle nelle tavole rotonde.

Una di queste però non riesco a non anticipare ora: criticano gli Ordini perché, a loro dire, fanno solo gli interessi dell’iscritto e poi ipotizzano ( pagina 2 della relazione esplicativa del DDL 2160)

un futuro dove “Il sistema ordinistico è predisposto a tutela dei propri iscritti”!!

Ridicolo, provocatorio, altro…

Gli Ordini sono una cosa, questa seconda ipotesi è tutt’altro e non può e non deve essere chiamata Ordine. Qualità della prestazione: in un mondo dove si è scoperta la qualità e tutto deve essere: marchiato, siglato, valutato, certificato, accreditato,etc.…… si parla di qualità della prestazione.

“Bella scoperta!” direbbe sempre mio nonno come dire “hai scoperto l’acqua calda!!”

Ma le prestazioni professionali sono state sempre contraddistinte dalla qualità; tant’è che oggi si abusa del termine “professionale” (in riferimento alle professioni intellettuali) quando si fanno certe pubblicità che, per dare un segnale di alta qualità, vengono definite “professionali”.

E per cortesia non citatemi casi negativi che conoscete direttamente o per sentito dire!

Se fossimo dei matematici potremmo dimostrare che detti casi sono così pochi che potrebbero essere definiti trascurabili ai fini statistici.

E poi citatemi attività, arti , mestieri etc. dove non ci sia o non ci sia mai stato alcun elemento negativo!

Piuttosto andate a vedere chi ha fatto una prestazione ritenuta non corretta; e allora si potrebbe scoprire che in diversi settori (vedi ambiente, sicurezza, etc.) operano” figure non abilitate per legge”, cioè senza requisiti di garanzia per il cittadino.

Già, ma e la formazione continua?! Altra bella scoperta! Ma dove esiste un professionista che nell’arco della sua carriera non si sia aggiornato formandosi continuamente? Non esiste perché avrebbe già chiuso per mancanza di clienti o per problemi con la giustizia.

Giustizia…..Ministero della Giustizia…. Ordini….. riflettiamo su questo connubio che noi vogliamo mantenere per una società più garantita, più sicura, più giusta.

Chiudo con una preghiera, semplice da semplice professionista, ferma da Presidente del CUP Piemonte, organizzatore di questa Manifestazione. Tutte le riflessioni che avremo modo di ascoltare nelle relazioni siano uno stimolo per il dibattito che dovrà però essere sereno e moderato come sereni e moderati sono i professionisti. Qui nessuno vuole fare processi a nessuno; tutti vogliono però poter criticare ciò che secondo loro è criticabile.

Il mondo delle professioni è un mondo particolare, portatore da sempre di civiltà e progresso, e mai deve esser confuso con schieramenti di parte politica perché se c’è una parte nella quale dobbiamo e vogliamo stare è quella delle “professioni”. Lo dimostrano l’impegno dei colleghi dei CUP Provinciali (TO/AT/AL/CN/VC/BI/NO) e lo dimostra anche la presenza in sala di diversi Consiglieri delle Casse di Previdenza ( tra cui l’EPAP di cui mi onoro di far parte ) a dimostrazione dell’attenzione che essi portano ad un tema che può vedere dette Casse crescere o crollare.

LE RELAZIONI

“Percorsi formativi, esame di stato, formazione continua; garanzia della qualità della prestazione professionale. ". Relatore Dott. Bruno Sparagna

“Qualità della Prestazione Professionale, strumento per la Tutela della Collettività. ". Relatore Arch. Riccardo Bedrone

I rapporti del Professionista con il pubblico ed il segreto professionale". Relatore Dott. Aldo Milanese

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