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Fra i quasi 70mila laureati 'puri' del 2006 (coloro che hanno iniziato e terminato il percorso di studi nell'università riformata) l'età media alla laurea è di 24,2 anni. Un'età ben lontana dai 28 anni che caratterizzavano i laureati italiani alla vigilia della riforma. È quanto emerge dal 'IX profilo dei laureati 2006', l'indagine nazionale presentata oggi a Siena da Almalaurea, in occasione del convegno 'I laureati dell'Università riformata'. L'età media alla laurea è ancora più bassa per i laureati in Ingegneria e del gruppo geo-biologico (23,2 anni). L'età massima è raggiunta dai laureati del gruppo insegnamento (25,6 anni) e soprattutto dai laureati nelle professioni sanitarie (27 anni). A rimanere su valori elevati è la frequenza ai corsi previsti. Hanno dichiarato di avere frequentato regolarmente più del 75% degli insegnamenti previsti 72 laureati puri su cento: oltre il 90% dei neo-ingegneri e dei dottori del gruppo chimico-farmaceutico e il 52% dei laureati del gruppo giuridico. Con programmi dell'Unione europea hanno studiato all'estero 5,6 laureati 'puri' su cento (l'anno prima erano 5,2). Oltre al 24,8% dei neo-dottori del gruppo linguistico, 9 laureati su cento del gruppo politico-sociale, ma pochissimi fra i laureati dei percorsi scientifici e meno di tutti fra i chimico-farmaceutici (appena l'1,3%). In crescita, sostenuta, risultano all'opposto le esperienze di tirocinio e stage che entrano nel bagaglio formativo di 58 laureati su cento (due punti percentuali più dell'anno passato), 92 su cento neo-dottori in agraria e 90 laureati del gruppo insegnamento, ma anche di 47 laureati su cento del gruppo economico-statistico e perfino per 19 dottori su cento in materie giuridiche. Il 35,7% dei laureati si dichiara decisamente soddisfatto del corso di studio concluso: il 44% per cento dei gruppi chimico-farmaceutico, giuridico e medico-professioni sanitarie e all'estremo opposto, su valori quasi dimezzati, 25 laureati su cento in architettura e 21 del gruppo linguistico. Un quinto dei laureati è rimasto decisamente soddisfatto dei rapporti con i docenti (e altri 65 dichiarano di esserlo in misura più contenuta). Soprattutto fra i laureati del gruppo medico-professioni sanitarie e del gruppo chimico-farmaceutico (31 e 28 per cento rispettivamente). Più severo, invece, il parere dei laureati in psicologia e architettura che solo nel 13% si dichiarano pienamente soddisfatti. Concluso il ciclo di primo livello, l'83% dei laureati vuole proseguire gli studi: il 96% dei neo-psicologi e il 93% dei giuristi, ma anche il 71% dei dottori in agraria e perfino il 60% dei laureati nelle professioni sanitarie. Alla laurea specialistica, che rappresenta l'obiettivo più diffuso fra quanti sono orientati a proseguire gli studi, ambiscono 71 laureati su cento, come nel 2005: l'89-90% dei laureati in psicologia e in giurisprudenza, ma anche nei percorsi di studio che fanno registrare i valori più bassi, l'attrazione della laurea specialistica riguarda il 55% dei laureati del gruppo insegnamento, il 52% dei neo-dottori in educazione fisica e perfino il 28% dei laureati delle professioni sanitarie. I risultati rappresentano le intenzioni dei giovani alla vigilia della laurea. Ma AlmaLaurea ha indagato, a un anno di distanza, i laureati del 2005 per scoprire che non solo l'intenzione a proseguire gli studi è stata confermata con l'iscrizione alla laurea specialistica, ma il numero di iscritti risulta addirittura superiore (+1,3%).
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