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Antiriciclaggio

“Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti protesta vibratamente perché, in tema di Antiriciclaggio, il Decreto del Ministero dell’Economia n. 60/2007 di adeguamento al D.M. n. 141/2006 non ha tenuto conto delle proposte di modifica segnalate avuto riguardo alla definizione di “libero professionista” e, anziché precisarne la natura meramente intellettuale, ne ha spostato le incombenze dai soggetti alle attività, finendo con l’includere - con una sorta di improprio quanto illegittimo riconoscimento – soggetti non ordinistici, fuori dalle norme deontologiche proprie degli Ordini”. Lo precisa una nota del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. “La normativa – prosegue la nota - sovverte il sistema millenario delle professioni, demandando lo Stato a chi tali compiti per natura istituzionale non ha, delicati e farraginosi adempimenti in materia di antiriciclaggio e lotta al terrorismo. La categoria dei dottori commercialisti, seriamente preoccupata della escalation a dismisura degli adempimenti su di essa riversata nel settore fiscale, è ora monitorata a tutto campo su attività che esulano dai propri compiti e doveri. Se in sede di recepimento finale della terza direttiva – conclude la nota - non si terrà conto delle richieste ineludibili avanzate dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti - equiparazione ad avvocati e notai con casistica limitata, conferma esclusione collegi sindacali e tenuta contabilità, esclusione art. 648 ter c.p. “reati presupposto”, eliminazione facoltà Autorità Giudiziaria, acquisizione segnalazioni segrete, ecc. – e non verrà nominato un nostro rappresentante nella “Commissione Lettieri”, che lavorerà sul T.U. Antiriciclaggio, tutta la finalità della legge è a rischio di ingovernabilità” Su questo tema il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha in programma una Convegno nazionale, previsto per giugno, nel quale verranno dettagliatamente toccati tutti i punti controversi della normativa sull’antiriciclaggio.
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