VERSO LA II CONFERENZA NAZIONALE DELLA GIUSTIZIA
Prosegue il fitto calendario di incontri in preparazione della II Conferenza nazionale sulla giustizia di ottobre. Oggi la presidente dell’Oua, Michelina Grillo, si è confrontata con Paola Balducci, componente della Commissione giustizia della Camera dei Deputati e responsabile di questo settore per i Verdi. Si è parlato della crisi del sistema giudiziario, della riforma dell’ordinamento professionale, dell'astensione proclamata dall’Oua dal 17 al 19 luglio. Questa è stata la prima dichiarazione del presidente dell’Oua alla fine della riunione: «E’ stato un incontro molto positivo – ha commentato la Grillo - ricco di spunti di analisi e proficuo per il futuro. L’onorevole Balducci ha mostrato grande interesse per le nostre osservazioni e per le nostre preoccupazioni per lo stato di crisi in cui versa la giustizia in Italia. Con questa ottica vogliamo costruire la II Conferenza nazionale sulla giustizia di Roma (11-13 ottobre): può e deve essere un momento importante di approfondimento e di confronto su una “emergenza democratica” che colpisce per primi i cittadini del nostro Paese. Abbiamo posto alcune questioni – ha aggiunto – che stanno alla base della nostra scelta di astenerci dalle udienze dal 17 al 19 luglio. La prima è riferita all’ordinamento giudiziario: è inaccettabile che si marginalizzino gli avvocati escludendoli dai Consigli Giudiziari e che con il riassetto del CSM si riconsegni questo organo al correntismo della magistratura associata; che sia stata cancellata la già timida ipotesi di separazione delle funzioni dei magistrati e che si ammorbidiscano eccessivamente i sistemi di valutazione sulle carriere». Michelina Grillo ha concluso ricordando che è rimasta in alto mare la riforma dell’ordinamento professionale: «Prima ci hanno investito con decreti e blitz notturni scordandosi il valore del dialogo, poi più nulla, o meglio, decine di proposte contraddittorie tra di loro. Come avvocatura crediamo opportuno che ogni ipotesi di riforma veda il preliminare recepimento della direttiva c.d. Zappalà sui servizi. Ma non solo, chiediamo che lo strumento legislativo da utilizzare sia quello di una legge quadro che fissi i principi e che consenta con successivi autonomi ordinamenti per le singole professioni la valorizzazione della specificità della professione forense».