Lapet
“L’applicazione del diritto comunitario deve essere prioritaria per tutti gli Stati-membri”. Lo ha detto, Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, auspicando una migliore attuazione delle leggi comunitarie per tutelare gli interessi dei cittadini e degli operatori economici. Lo sostiene da sempre il presidente della Lapet, l’associazione nazionale dei tributaristi, Roberto Falcone, insistendo in modo particolare sulla corretta applicazione delle direttive europee in Italia. “Troppo spesso - dichiara Falcone - nel nostro Paese il diritto comunitario viene grandemente disatteso, e troppe volte i decreti di recepimento delle leggi europee disapplicano e tradiscono i principi basilari delle norme d’origine con l’obiettivo occulto di favorire lobbies potenti in Italia. Ci auguriamo perciò che l’intento della Commissione europea trovi presto seguito”. E così sembrerebbe visto che il presidente Barroso ha ribadito che “le politiche dell’Unione sono concepite per rispondere alle esigenze e agli interessi dei cittadini dell’Unione, oltre che degli operatori economici. E che la legislazione dell’Ue, intesa ad attuare politiche di vario tipo, risulta inefficace se non viene applicata correttamente”. La Lapet ritiene che l’applicazione del diritto comunitario sarebbe più efficace oltre che più rapida se il rispetto dei tempi di recepimento delle norme europee fosse inderogabile. “L’applicazione – propone il presidente dei tributaristi – deve avvenire improrogabilmente nei tempi e nei modi stabiliti, e le infrazioni per il mancato rispetto devono essere automatiche e con effetto immediato senza la formula intermedia dell’avvio di un processo di verifica del recepimento”. E non solo. L’associazione propone anche di “eliminare la differenza tra regolamenti europei e direttive comunitarie. Il doppio passaggio di queste ultime dal Parlamento europeo a quello dello Stato-membro risulta essere un’inutile perdita di tempo, visto che alle assisi comunitarie partecipano rappresentanze dei singoli Paesi”. In questa maniera secondo il presidente Falcone “si evita anche un recepimento diverso delle norme europee per effetto delle differenti realtà giuridiche, col risultato che i tempi si allungano e le interpretazioni cambiano da Stato a Stato. Basti pensare alle professioni in Italia. Il pensiero liberale europeo è il principio ispiratore delle direttive comunitarie Servizi e sul Riconoscimento delle qualifiche professionali. Pensiero che tarda a farsi largo nel nostro Paese, dove si attende ancora la riforma delle professioni”.