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Testo di sintesi dei principi del testo-base della riforma delle professioni

Le reazioni

 

Siliquini. Abbiamo il forte timore che, con il recepimento della direttiva 36/2005 CE che riconosce le qualifiche professionali (c.d. Zappalà), in realtà si miri all’obbiettivo sostanziale di “riconoscere” in modo surrettizio tutte le associazioni attualmente non riconosciute, che chiedono di sedere ai tavoli delle conferenze di servizi”- ha denunciato l’On.le Maria Grazia Siliquini durante il dibattito previsto per il recepimento della direttiva 36/2005 nel la seduta congiunta delle commissioni giustizia e attività produttive alla camera dei deputati.   Infatti non è giuridicamente accettabile –ha proseguito l’esponente di AN- che mentre il parlamento sta trattando la materia della riforma delle professioni, finalizzata anche ad individuare i criteri e i principi generali per il riconoscimento delle associazioni, dall’altra parte il governo, con la proposta dell’atto n.134 (di cui è stato chiesto il parere alle competenti commissioni), preveda automaticamente la partecipazione di qualunque associazione sulla base di criteri indicati dallo stesso governo, peraltro del tutto generici e non qualificanti. E’ una vicenda paradossale, è un blitz del governo, che ancora una volta sta tentando di aggirare l’attività del parlamento, mediante una interpretazione forzata della direttiva Zappalà.  Alleanza Nazionale – ha concluso Siliquini- sul tema ordini associazioni chiede una profonda revisione del provvedimento, che sancisce di fatto il riconoscimento surrettizio delle associazioni, limitando la partecipazione ai tavoli delle conferenze di servizi per la definizione delle piattaforme comuni quanti ne hanno diritto: gli ordini, i collegi e le future associazioni che saranno riconosciute dalla legge italiana, sulla base dei criteri individuati dalla riforma delle professioni”.

 

Penalisti. L'Ucpi (Unione Camere Penali) rivendica con soddisfazione il risultato ottenuto in materia di riforma delle professioni. "Le battaglie pervicacemente condotte per lo stralcio della professione forense dal disegno di legge governativo e per la calendarizzazione dei progetti di autonoma riforma ordinamentale fanno registrare - scrivono i penalisti in una nota - i primi indiscutibili successi, come testimoniano le anticipazioni diffuse della stampa sul contenuto della legge quadro in materia di riforma delle professioni". Ciò, osservano le Camere Penali, "conferma la bontà dell' operato politico dell'Ucpi, volto con assoluta determinazione a garantire autonoma disciplina alla professione di avvocato, coerente con il ruolo costituzionale di garante dello stato di diritto". Le stesse anticipazioni, si sottolinea nella nota, "lasciano intendere come non solo vi sia ampio spazio per le deroghe e comunque per una disciplina che tenga conto della specificità della professione forense, ma indicano con chiarezza che la disciplina di dettaglio sarà affidata a quei progetti autonomi di legge di riforma per la cui calendarizzazione i penalisti si sono a lungo battuti". Il coraggio dimostrato dai penalisti "nel condurre battaglie radicali, non sempre condivise dal resto dell'avvocatura - conclude l'Ucpi - inizia ad essere premiato".

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