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Qualifiche professionali

Tanto il ministero delle Politiche comunitarie, quanto le commissioni Giustizia e attività produttive della Camera, hanno recepito le osservazioni dell’associazione nazionale dei tributaristi veicolando il riconoscimento delle associazioni delle professioni non regolamentate attraverso un ordinario decreto del ministero della Giustizia di concerto con il ministero delle Politiche comunitarie. E concordando – è nel parere delle commissioni – sulla necessità di modificare l’articolo 25 dello schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva sulle Qualifiche professionali. Il presidente della Lapet, Roberto Falcone, non ha dubbi dopo l’ultima riunione di ie-ri mercoledì 10 ottobre 2007: “Il parere delle commissioni Giustizia e Attività produt-tive contribuirà ad accelerare il processo di riforma delle professioni, il cui percorso ora è a buon punto”. L’attuale versione dell’articolo 25, infatti, come più volte i tributaristi hanno denun-ciato, finisce per tradire la direttiva di cui è esatta emanazione, privando le associa-zioni professionali del diritto di partecipare alle piattaforme comuni come previsto dalle norme comunitarie, e sminuendo in generale l’importanza delle professioni a li-vello nazionale ed europeo, prevedendo che solo i ministeri competenti potranno de-finire le piattaforme comuni ai fini del reciproco riconoscimento delle qualifiche pro-fessionali. Ragion per cui, si pensa di modificare il dispositivo e di dare il via libera entro fine mese allo schema di dlgs di recepimento della direttiva sulle qualifiche professionali con la possibilità per le associazioni di rilasciare attestati di competenza ai professionisti iscritti. Già a suo tempo la Lapet aveva richiesto una modifica urgente al decreto, e prima an-cora, incontrando i tecnici del ministero delle Politiche comunitarie, tra cui Gianfran-co Dell’Alba, capo di Gabinetto del ministro Emma Bonino, aveva sostenuto il rico-noscimento prioritario delle nuove professioni per l’esatto recepimento della diretti-va, ottenendo la garanzia di una rapida approvazione del provvedimento. “Avevamo chiesto – sottolinea Roberto Falcone – e continuiamo a chiedere di dare priorità al riconoscimento delle nuove professioni e di riconoscere successivamente le associazioni rappresentative delle stesse attraverso l’istituzione delle piattaforme co-muni”. Consapevoli che il Dipartimento delle Politiche comunitarie deve attenersi a quelle che sono le sue deleghe, tra le quali non figura il riconoscimento delle nuove profes-sioni, i tributaristi insistevano sul cammino parallelo della direttiva qualifiche e della riforma delle professioni. “Adesso – conclude Falcone – dopo il parere delle commissioni riunite, e la proposta del decreto legislativo da parte del ministro delle Politiche comunitarie, la meta sem-bra essere più vicina”. La Lapet aspetta intanto che il prossimo 23 ottobre il testo possa effettivamente esse-re esaminato dal Consiglio dei ministri auspicando il buon esito della discussione.
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