aa

notizie

stampa

SPECIALE CONGRESSO STRAORDINARIO UCPI

A Treviso il  Presidente dell’UCPI Oreste Dominioni riconosce i meriti del ministro su indulto e professione forense. Restano le critiche sull’ordinamento giudiziario.

di Luigi Berliri

 

Scoppia la pace tra i penalisti e via Arenula. Accolto dagli applausi, nonostante le critiche mossegli da sempre, il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha ricevuto un ulteriore applauso dai cinquecento avvocati riuniti a Treviso per l’assemblea straordinaria delle Camere Penali a un anno esatto dalla sua elezione alla testa dei penalisti italiani al congresso di Ancona Accolto dagli applausi, quando ha annunciato che nella riforma delle libere professioni verrà stralciata quella della professione forense. “La riforma degli ordinamenti delle libere professioni - ha detto Mastella - non ricomprenderà anche l'ordinamento professionale forense che avrà una sua autonoma specifica normativa”. Mastella ha ricordato che era proprio questa la madre di tutte le battaglie degli avvocati i quali reclamavano una disciplina svincolata da quella generale di tutte le altre libere professioni, secondo quanto garantito dalla Costituzione. “Per tutti questi motivi - ha detto Mastella - ho ottenuto di procedere allo stralcio e all'autonoma trattazione della relativa disciplina”. È stato il coronamento di un anno di lotte nel corso del quale l’Ucpi, insieme con l’Oua, hanno acquistato sempre più voce in capitolo nel dibattito politico nazionale. Altri applausi Mastella li ha incassati quando ha parlato dell’indulto. “Siamo stati i primi ad aver sostenuto e spinto perché questo provvedimento fosse varato – ha detto Oreste Dominioni - provvedimento che è alla fine il solo in grado di far fronte all’emergenza rappresentata dalla carceri, luoghi disumani divenuti nel tempo veri lager per mancanza assoluta di condizioni igieniche, sanitarie e di qualsiasi elemento vitale per ogni essere umano. L’indulto è il solo strumento legislativo da poter usare per evitare di perpetuare  uno stato di cose inaccettabile, altro che la tesi dell’ex  Pm Antonio Di Pietro che avrebbe voluto  porre fine al problema costruendo carceri su carceri, un autentico delirio politico”.   Chiusura netta invece dal Presidente delle Camere Penali sul pacchetto sicurezza, verso il quale Dominioni ha espresso un giudizio “assolutamente negativo. La politica non deve cedere alla piazza e alle fomentazioni . La politica, nobilmente, deve poter garantire governabilità anche quando l’insicurezza cresce e deve essere in grado di disinnescare le fomentazioni che provengono dall’esterno”. Non si sente in solitudine Dominioni, “lo stesso sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha sottolineato l’inutilità di poteri d’ordinanza conferiti dal pacchetto che anche a su dire non servono. Servono piuttosto mezzi e strumenti per presidiare il territorio e per salvaguardalo, lì bisogna investire con energia”.  Un no secco invece Dominioni su quella “brutta legge che è la riforma dell’ordinamento giudiziario. Anzi non si tratta di una legge di riforma dell’ordinamento quanto di una modifica di alcuni suoi segmenti voluta dalla magistratura per far godere parti del suo sistema di correnti.  Allora ripartiamo con convinzione dalla modifica dell’ordinamento giudiziario perché per eliminare definitivamente le distonie del sistema e rimuoverne le profonde inefficienze è lì che si deve agire”. E nessuno sconto infine sull’ordinamento giudiziario: “Signor ministro – ha detto il  Presidente dell’Ucpi Oreste Dominioni – si svincoli dall’Anm. Il suo problema come dei numerosi ministri che l'hanno preceduto è che il ministero di Giustizia è prigioniero dei magistrati che lo occupano interamente. La politica della giustizia è fatta scarsamente dal ministro - ha proseguito Dominioni - ma è fatta dai magistrati che svolgono questa funzione improprio, di fare politica. E questa – ha concluso -  è una pericolosissima contaminazione tra giurisdizione e politica che va a discapito di tutto il sistema”.  Ma se per Mastella non ci sono state contestazioni la Magistratura è rimasta sulla graticola per tutti e tre giorni del congresso. Un congresso che ha avuto all’ordine del giorno la riforma organica del codice di procedura penale, un duro attacco contro i provvedimenti emergianziali che intendono smantellare le conquiste della civiltà giuridica, il superamento della crisi del sistema giudiziario.  “Il rinnovamento della magistratura è la precondizione per il mutamento dell’istituzioni politico –giudiziarie – aveva detto fuori dai denti  Dominioni aprendo il congresso -  oggi l’elemento più grave è proprio la sovraesposizione dei magistrati che attraverso la ANM sono in grado di dettare l’agenda politica e condizionare le scelte della politica. Una magistratura fuori dalle righe rappresenta il vero cancro del sistema. Che i magistrati facciano il loro lavoro, ma non aprano la bocca per pronunciare parole di politica. Nemmeno Napoleone aveva giudici che facevano rapporti all’opinione pubblica sull’andamento della giustizia (tanto che l’inaugurazione dell’anno giudiziario è una cerimonia di matrice napoleonica)”. “A noi costa molto l’astensione, viceversa all’Associazione Nazionale Magistrati non occorre fare l’astensione, è sufficiente che la minacci per ottenere ciò che vuole e pretende. Oggi al Ministro Mastella possiamo dire poco – perché come sempre i Guardasigilli sono prigionieri dei magistrati che fanno e costruiscono la politica delle giustizia in Italia. Magistrati spesso annidati e imboscati nelle istituzioni, anche europee – ha proseguito il Presidente dell’UCPI, che ha sottolineato come lavorare per il rinnovamento della politica vuol dire riportare la magistratura dentro i binari normali, una battaglia che facciamo non per noi, ma per la legalità del nostro paese. Noi continueremo a batterci per la separazione delle carriere, per far sì che chi accusa e chi decide siano due soggetti differenti. Dominioni ha proseguito il suo intervento mettendo in evidenza la differenza sostanziale tra UCPI e ANM: la prima non ha correnti nonostante al suo interno abbia un dibattito molto fertile e produttivo, la seconda è gravemente condizionata da un sistema correntizio che, cosa ancor più grave, è in grado di influenzare la politica e le istituzioni che la rappresenta. Non sono poi mancati rilievi al pacchetto sicurezza del ministro Amato. “Siamo di fronte – ha detto Dominioni - a un'altra truffa delle etichette, con la quale il potere politico, agitando l'emergenza, vorrebbe sostituire la pena con la custodia preventiva”. Il presidente dell'Ucpi ha anche fatto riferimento alla legge Gozzini, della quale alcune forze politiche hanno chiesto modifiche in senso restrittivo: “Giù le mani dalla Gozzini - ha detto Dominioni - le statistiche fanno registrare un tasso di recidiva assolutamente basso. Ciò significa che funziona. Assumiamo - ha concluso - l'impegno di chiedere che la Gozzini venga migliorata”. Infine la puntualizzazione sulla circolare Maddalena che “su nostro esposto è andata al CSM, spaccandolo in due e sulla vicenda Mastella de Magistris (scontro mediatico istituzionale). 160 magistrati che si coalizzano e lanciano un appello alla piazza, mandando un messaggio alla politica è un cosa gravissima. Che i magistrati restino al loro posto e la politica recuperi una sua posizione di obiettività soprattutto quando usa strumenti, previsti dalla legge, ma molto delicati”.

 

Le mozioni.

 

Approvate praticamente all’unanimità, nell’ultima giornata del congresso, tutte le mozioni. Tra le più significative, quella sul “problema magistratura”, con la quale i penalisti denunciano “l’emergenza istituzionale” che il ruolo sovradimensionato delle toghe ha ormai determinato. In particolare, i delegati delle Camere Penali ribadiscono la necessità della separazione delle carriere e del ridimensionamento del potere delle correnti della magistratura associata in seno al Csm e dei magistrati fuori ruolo “nelle istituzioni, nell’esecutivo, nel Parlamento”. Approvata anche la mozione che condanna energicamente il cosiddetto “pacchetto sicurezza” annunciato dall’esecutivo, definito “un attentato alla certezza del diritto” e “inutile per il fine che si propone, e fa regredire il sistema processuale immettendovi concezioni di natura autoritaria indegne di una democrazia liberal-democratica”. Approvate all’unanimità anche le mozioni sulle bozze di riforma del codice penale e di procedura penale. Nel primo caso, il giudizio è sostanzialmente favorevole, soprattutto per ciò che riguarda l’abolizione dell’ergastolo. Totalmente negativo, invece, il giudizio sulla bozza Riccio per la riforma della procedura penale, alla quale i penalisti annunciano durissima opposizione. Grande soddisfazione viene poi espressa dai penalisti per l’annunciato stralcio dell’ordinamento forense dalla legge quadro sulle professioni intellettuali e per l’inizio, in commissione al Senato, dell’iter del ddl sull’ordinamento delle professioni forensi. Soddisfazione che però non determinerà un abbassamento della guardia delle Camere Penali, rispetto alle regole sulla qualificazione dell’avvocato. Approvato anche il nuovo simbolo dell'Unione, che si richiama alla figura di Cesare Beccaria e al motto "Libertà, Legalità, Giustizia"

 

 

Hanno detto

 

Clemente Mastella ministro di Giustizia.  I penalisti italiani sono interlocutori scomodi ma essenziali per riformare il diritto. Il diritto della difesa è  inviolabile e deve essere tutelato nel pieno esercizio del contraddittorio.

 

Nicola Mancino vicepresidente del Csm:  Toghe consapevoli di rispondere a domanda cittadini. I magistrati sono con i penalisti nella difesa dello Stato di diritto. Il tema del vostro congresso coniuga libertà, legalità e giustizia, e rinnova. L‘impegno di tutti i penalisti italiani per la difesa dello Stato di diritto. Su questa frontiera si ritrovano uniti tutti i magistrati italiani, consapevoli del dovere di rispondere insieme all'avvocatura alla domanda di giustizia che i cittadini formulano. Sono fiducioso che l'attuazione della riforma dell'ordinamento giudiziario, che vede in queste settimane fortemente impegnato il Consiglio superiore della magistratura, darà un valido contributo alla soluzione di alcuni dei problemi che da tempo sono alla nostra attenzione.

 

Oreste Dominioni, presidente Ucpi: pacchetto sicurezza è truffa. Siamo di fronte a un altra truffa delle etichette, con la quale il potere politico, agitando l emergenza, vorrebbe sostituire la pena con la custodia preventiva. Siamo contro le novelle emergenziali che sedicenti progressisti e liberali usano come arma facile di sovrani sprovveduti per ingannare l'opinione pubblica. Giù le mani dalla Gozzini. Noi siamo contro la possibilità che siano apportate modifiche in senso restrittivo. Le statistiche fanno registrare un tasso di recidiva assolutamente basso. Ciò significa che funziona. Chiederemo piuttosto che la legge venga migliorata.

 

Beniamino Migliucci vicepresidente dell'Unione delle Camere Penali italiane: No alla certezza dell'ingiustizia. È vergognoso che si cavalchino le paure della gente. Si comincino a  stigmatizzare i toni di certi magistrati. Noi ci rifiutiamo di  confondere la certezza della pena, con una pena anticipata a prima del processo. Questa non è la certezza della pena, ma dell’ingiustizia. È la segnalazione di tipi di reato che pretendono punizioni prima del processo. Al procuratore generale di Venezia dico di stigmatizzare piuttosto gli atteggiamenti di certa magistratura, e di non lasciare soli i magistrati che fanno il loro dovere e che vengono per questo minacciati.

 

Cesare Salvi, presidente della commissione Giustizia del Senato: Governo non confonda sicurezza con la giustizia. Il rischio che il governo deve evitare, è confondere la sicurezza con la giustizia. Tutte le persone che conoscono il diritto e hanno a cuore la Costituzione sanno che alcune delle misure del pacchetto sicurezza sono incostituzionali e del tutto inutili. Si rischiano delle grida manzoniane. I telegiornali aprono la mattina con delitti che la sera sono già derubricati. Combattere il degrado sociale è una misura di prevenzione e di sicurezza. Spero che l’Esecutivo non metta mano al potere di ordinanza dei sindaci. Avremmo ottomila diritti penali differenziati sul territorio nazionale. I sindaci facciano i sindaci, ma se non sono in grado di combattere il degrado urbano, mi chiedo se siano in grado di utilizzare il diritto penale. Le misure sulla custodia cautelare sono poco persuasive e di dubbia costituzionalità. Credo che la vostra battaglia sia molto importante e utile per il paese, per rispettare i principi costituzionali e per la garanzia del diritto della difesa, nel momento in cu vengono messe in discussione.

Gaetano Pecorella (Forza Italia). È impossibile il dialogo con la magistratura, se questa è la magistratura. Come si può dialogare con chi nega tutti i diritti della controparte. Quella delle toghe, sulla separazione delle carriere, è una visione profondamente grave, che tradisce il principio della terzietà del giudice. La magistratura, con il pacchetto sicurezza, vuole aumentare lo strumento repressivo, che è lo strumento per il controllo della società. Ma dove è andata a finire la presunzione di innocenza? Si farebbe un processo per togliere dal carcere un imputato. Ma come fa la magistratura ad accettare una cosa del genere? Bastano gli indizi per restare in carcere. I magistrati dovrebbero rivendicare per primi se valutare caso per caso se la custodia cautelare è indispensabile. Ormai la parola d'ordine è “Tutto il potere alla magistratura, tutto il potere alle correnti”. La riforma dell'ordinamento giudiziario ha fornito tutto il potere alle correnti che premiano i loro aderenti, e la magistratura si sta strutturando in modo da avere il controllo totale su tutto il sistema. C'è una trasformazione istituzionale in atto pericolosissima.

 

 

 

 Contributo delle Camere Penali di Roma         

ultim'ora

Hacked By attacker >>>


Roma – 26 marzo. Ore 9,30 Sala Conferenze Camera dei Deputati. Dibattito pubblico “La Riforma delle Professioni che vogliamo”. Organizzato da Assoprofessioni. >>>


Cronistoria dell’attacco alle professioni: da Amato a Bonino via Bersani. >>>