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È guerra di comunicati tra i dodicimila anestesisti italiani e il ministro dell’Università Fabio Mussi. Da una parte i mille anestesisti armati di striscioni, bandiere e fischietti che hanno protestato, a Roma davanti al ministero dell'Università. Chiedevano di essere ricevuti dal ministro ma hanno ottenuto solo l'opportunità di incontrare il capo di gabinetto del dicastero. Opportunità rispedita al mittente, con la promessa, anzi, di uno sciopero a breve termine. Dall’altra Mussi che in una nota ha fatto sapere di essere disposto a ricevere i camici bianchi ma che questi avevano rifiutato. Motivo della protesta è l'istituzione della scuola di specializzazione in medicina di urgenza che, come dichiara Vincenzo Carpino, presidente dell'Aaroi (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani), nasce senza valide motivazioni scientifiche e senza aver consultato le associazioni di categoria. "Siamo in piazza - sottolinea ancora Carpino - perché con questa scuola si vuole creare, di fatto, una categoria di medici onniscienti nel campo dell'emergenza''. L'istituzione della scuola di specializzazione, tra l'altro, per il presidente dell'Aaroi, "non è dettata da una carenza strutturale e organizzativa del settore dell'emergenza". Al sit-in hanno preso parte gli anestesisti di quattro associazioni. Oltre all'Aaroi è scesa infatti in piazza anche la Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), la Siared (Società italiana di anestesia, rianimazione, emergenza e dolore) e la Cpoar (Collegio dei professori ordinari di anestesia e rianimazione).
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