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Farmacisti

"Il diritto all'obiezione di coscienza deve essere riconosciuto anche ai farmacisti": è questo l'appello che il Papa ha lanciato oggi nel discorso rivolto alla Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici. Il Papa ha chiesto ai farmacisti di essere consapevoli degli effetti che hanno alcune molecole, create con lo scopo di evitare ''l'annidamento di un embrione'' o ''abbreviare la vita di una persona". La vita, ha ripetuto Benedetto XVI, ''deve essere protetta dal suo concepimento alla sua morte naturale. Lo sviluppo attuale degli strumenti medicamentali e delle possibilità terapeutiche che ne derivano - ha spiegato il Papa - chiedono ai farmacisti di riflettere sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati a svolgere in quanto intermediari tra il medico e il paziente''. I farmacisti hanno ''un ruolo educativo nei confronti del paziente, per un uso giusto della cura medica e soprattutto per far conoscere le implicazioni etiche sull'utilizzo di un determinato farmaco". La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani "è pienamente d'accordo con il messaggio di Benedetto XVI" ha dichiarato la FOFI in un comunicato "auspicando da tempo una precisa regolamentazione in merito. La normativa attuale non prevede infatti l'obiezione di coscienza per i farmacisti, i quali, pertanto, non possono rifiutarsi di dispensare i farmaci richiesti dal cittadino, qualsiasi essi siano: come affermato nell'articolo numero 38 del RD n. 1706/1938, relativo al Regolamento per il Servizio farmaceutico. I farmacisti italiani ribadiscono dunque la loro adesione all'appello del Pontefice, sollecitando il Governo e il Parlamento a un intervento legislativo che regolamenti la delicata questione in via definitiva". È "anacronistico pensare alla possibilità per i farmacisti di esercitare l'obiezione di coscienza quando si tratta di vendere ai cittadini farmaci eticamente sensibili" ha dichiarato Franco Caprino, segretario di Federfarma. "Esprimiamo ovviamente rispetto per le parole del Papa. Ma oltre a non essere legale, l'obiezione di coscienza per i farmacisti è inattuabile. In Italia come in ogni altro paese". Secondo Caprino, infatti "interferirebbe con il lavoro e le decisioni del medico. E costringerebbe i cittadini alla caccia della farmacia in cui si possono acquistare i medicinali oggetto di obiezione. Una soluzione - conclude Caprino - che neppure i cittadini capirebbero o accetterebbero". Federfarma ricorda che "se si vuole dare al farmacista la possibilità di rifiutare la consegna di un farmaco per motivi di coscienza è necessario che sia modificata la legge attuale che obbliga il farmacista, dietro presentazione di ricetta medica, a consegnare il farmaco o a procurarlo, se non disponibile, nel più breve tempo possibile". Una eventualità che però, secondo la Federazione, creerebbe alcuni problemi. "Da un punto di vista scientifico - dice una nota di Federfarma - sarebbe comunque difficile individuare a quali farmaci applicare l'eventuale obiezione di coscienza. Il farmacista obiettore potrebbe rifiutarsi di consegnare non solo, ad esempio, la pillola del giorno dopo - commenta - bensì anche molti altri farmaci che contengono lo stesso principio attivo, come la comune pillola anticoncezionale o medicinali per problemi ormonali".
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