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Giustizia

Le correnti di sinistra nell’associazione nazionale magistrati accusano il colpo: Magistratura democratica perdere due seggi (da 10 a 8) mentre il Movimento per la giustizia e Articolo 3, uniti questa volta nella stessa lista, mettono insieme non più di 5 seggi quando nel 2003 ne avevano 7. Unicost, la corrente di centro di maggioranza relativa, consolida la sua posizione ottenendo 13 o 14 seggi quando nel 2003 ne aveva conquistati 12. Infine, la sorpresa di Magistratura indipendente che, con una campagna elettorale centrata sulla questione economica, fa il pieno (a Roma passa da 166 a 214 voti, a Reggio Calabria da 21 a 63, a Palermo da 92 a 122, a Torino da 158 a 172) e conquista 8 o 9 seggi quando ne aveva 7. Quando mancano solo i dati di Genova, c'è chi azzarda un'analisi del voto, come Livio Pepino (Md): “C'è una magistratura delusa e frustrata e le correnti moderate hanno saputo cavalcare questo malcontento”. Ma non drammatizza “visto che sono stati recuperati circa 100 voti rispetto alle elezioni del 2006 per il Csm”. Sta di fatto che Md nel 2003 aveva 1950 voti e oggi ne otterrebbe solo 1450. In parte delusi dalla riforma Mastella sull'ordinamento giudiziario, preoccupati per il deterioramento delle condizioni di lavoro, innervositi per i livelli retributivi che penalizzano soprattutto i giovani: con il voto, dunque, i magistrati hanno impresso una svolta moderata al parlamentino dell'Associazione nazionale magistrati che il 24 novembre eleggerà i nuovi organi direttivi.
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