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L'esperienza manageriale di almeno cinque anni è un requisito indispensabile nella scelta dei direttori generali delle aziende sanitarie, utile a valorizzare qualità e professionalità. Cancellare questo criterio significa fare "un pericoloso passo indietro" nella ricerca della qualità . A dirlo sono i direttori generali della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), preoccupati per la cancellazione del requisito nell'ultima bozza in circolazione del progetto di legge sull'ammodernamento del Servizio sanitario nazionale, che venerdì dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri. I manager della Fiaso ricordano - in una nota- di aver partecipato al dibattito sul provvedimento proponendo integrazioni legate alla qualità del management, questione considerata centrale dal la Fiaso, anche attraverso l'introduzione di criteri che, nella scelta del direttore generale, permettessero di valorizzare ancora di più l'esperienza e la professionalità specifica. Ma ora che il Governo ha deciso di "riproporre il progetto nella forma di 'Progetto di legge, collegato alla Finanziaria 2008', abbiamo verificato, nella più recente bozza in circolazione (datata 6 novembre), che al comma 1 dell'articolo 8, viene proposto, fra l'altro, di abolire il limite quinquennale di esperienza manageriale come criterio minimo per accedere all'incarico di direttori generali. Fiaso ritiene questa proposta un pericoloso passo indietro nella ricerca di una maggiore qualità del management pubblico, e in controtendenza rispetto alle indicazioni culturali e alle dichiarazioni politiche degli ultimi anni". Per la Fiaso il provvedimento in discussione "è l'occasione per costruire uno strumento per il funzionamento più efficace e appropriato del Servizio sanitario" e chiede, richiamandosi alla "sensibilità del ministro Livia Turco", che "i requisiti fissati per i direttori generali restino rigorosamente correlati alla specifica complessità delle aziende stesse". I manager della Fiaso, infine, confidano "nella continuità delle scelte già manifestate in più occasioni dal ministro Turco, fra le quali la tempestiva abrogazione della normativa che permetteva a parlamentari e consiglieri regionali di essere nominati direttori generali di aziende sanitarie".
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