Sanità
“La SIMEU giudica grave lo sciopero proclamato dalle sigle sindacali e societarie degli anestesisti rianimatori contro l’attivazione della scuola di specializzazione in medicina d’emergenza urgenza e non comprende lo svolgimento dello sciopero con blocco delle sale operatorie, quando la protesta riguarda un altro settore, quello dell’emergenza urgenza nel quale gli anestesisti rianimatori evidentemente non ‘vivono’. La SIMEU giudica altrettanto grave la campagna di stampa (a pagamento) attuata per sostenere le ragioni dello sciopero: contiene affermazioni mendaci ed offensive nei riguardi di professionisti che dedicano il cento per cento della loro attività al SSN ed al suo miglioramento. L’attivazione della scuola risponde alle esigenze di un sistema d’emergenza urgenza moderno. Secondo i dati ISTAT negli ospedali italiani vengono effettuate circa 30 milioni di prestazioni di Pronto Soccorso/anno. Almeno 800mila sono poi gli interventi di emergenza territoriale. Si tratta di patologie diverse, non tutte gravi, ma per molte di esse ( sindromi coronariche, politrauma, insufficienze cardio-respiratorie acute…) è proprio nella ‘prima ora d’oro’ che diagnosi e terapie corrette possono decidere il destino del paziente. In Italia questa attività è svolta da medici che acquisiscono ‘sul campo’ l’esperienza necessaria, ma che non hanno potuto fruire di un percorso formativo omogeneo e specifico, per la mancanza della relativa Scuola di Specializzazione. Contrariamente a quanto dichiarato dal Sindacato Anestesisti, nei paesi a sanità avanzata (gran parte della UE, USA, Australia, Canada ...) esistono Scuole di Specializzazione che prevedono l’acquisizione di conoscenze e abilità specifiche, capaci di garantire una pronta risposta alle esigenze del malato critico. Da due anni il Consiglio Universitario Nazionale ha approvato in Italia l’istituzione della Scuola. Da due anni una parte degli Anestesisti (non tutti) la boicotta. Da ultimo attua uno sciopero ad oltranza ‘nell’interesse dei cittadini’, pur di bloccarne l’istituzione. Non c’è da commentare. Al contrario appare chiaro che migliorare la qualità professionale di chi si occupa di malati critici dovrebbe essere una priorità, etica prima ancora che culturale. La SIMEU sta impegnando tutte le proprie forze per arrivare all’attivazione della scuola di specializzazione, proprio nell’ottica di fornire la migliore qualità di cura e continuerà a farlo anche di fronte ai più arretrati corporativismi”.