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Associazioni professionali

“Ci piacerebbe che quello di oggi fosse il preludio al riconoscimento delle associazioni”. E’ il giudizio di Giuseppe Bica, presidente dell’ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea degli Amministratori di Immobili, sulla consegna, avvenuta stamani, della documentazione associativa al Cnel ed ai ministeri competenti (Giustizia Politiche Comunitarie), imposta dal recente decreto sulle qualifiche professionali nell’Unione Europea (dlgs 206/2007). “Grazie al recepimento della normativa europea – ha affermato il presidente Bica – si avrà la possibilità di partecipare, in futuro, alle piattaforme comuni per la definizione delle competenze professionali nella UE e alle conferenze di servizi”. Tuttavia, secondo il leader degli amministratori di immobili, le libere professioni meriterebbero che si valorizzasse ufficialmente il loro ruolo nel tessuto socio-economico del Paese.“Da tempo – ha spiegato il presidente dell’ANAMMI – auspichiamo il riconoscimento delle organizzazioni professionali. In tal modo, queste potrebbero rilasciare attestati di competenza agli iscritti, come ventilato anche dal disegno di legge Chicchi-Mantini”. In pratica, alle associazioni di categoria spetterebbe il compito di assicurare la professionalità degli iscritti. Un “bollino blu” a garanzia del pubblico, cui lo stesso decreto sulle qualifiche UE sembra alludere. Per ricoprire tale mansione, le associazioni dovranno rispettare alcuni parametri precisi, come la costituzione per atto pubblico, il codice deontologico, la formazione continua, la diffusione territoriale della struttura. In tal senso, l’Associazione Nazional-europea degli Amministratori di Immobili – la più grande del suo settore in virtù dei suoi 13mila iscritti – promuove già da tempo l’attestazione professionale dei suoi associati. “Siamo l’unica associazione del comparto immobiliare che si è già certificata UNI EN ISO 9001 – ha osservato Bica - imponendo al suo interno un continuo monitoraggio dell’operato dei soci, un costante aggiornamento professionale ed un codice etico, al quale tutti i nostri iscritti devono attenersi”.
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