Previdenza
Pensioni inferiori al previsto per gli ex dirigenti medici e veterinari del Servizio sanitario nazionale. Lo denuncia la Federazione medici Uil Fpl puntando il dito contro l'aumento Irpef, la mancata perequazione e il mancato adeguamento. Queste pensioni, ricorda il sindacato, si collocano, infatti, "in una fascia medio alta e, come i redditi da lavoro dipendente dello stesso valore, sono soggette, dal 2007, a un'aliquota massima Irpef maggiorata. Un aumento confermato anche per il 2008". Federazione medici Uil Fpl, quindi, chiede per i pensionati ex dirigenti medici: una riduzione delle aliquote massime Irpef per il 2008; l'applicazione delle percentuali di perequazione, come dovute, per il 2008; l'adeguamento delle pensioni per gli ex dirigenti, che hanno cessato l'attività nel periodo in cui era vigente il contratto 2002-2005, agli aumenti contrattuali. Nel dettaglio il sindacato fa i conti sulla riduzione delle entrate degli ex camici bianchi. "Mediamente le pensioni dei medici - si legge in una nota - erano sottoposte nel 2006 a un'aliquota massima del 39 per cento che è passata al 41 per cento: la trattenuta Irpef è pertanto aumentata di due punti percentuali. A queste trattenute bisogna poi sommare quelle per l'Irpef regionale. Come se non bastasse, per il 2008, le pensioni superiori a 3.539,73 euro lordi mensili non godranno di alcuna perequazione. Per l'effetto di queste decurtazioni le pensioni nette dei medici dirigenti e veterinari del 2007 sono risultate ridotte nonostante per quell'anno sia stata conteggiata in aumento la perequazione". Nel 2008 le pensioni nette saranno ancora di più ridotte per effetto combinato dell'aumento delle aliquote oltre alla mancata perequazione. "Bisogna ricordare - si legge nella nota- che le pensioni sono il frutto dei versamenti che i medici e i veterinari hanno effettuato nel corso della loro vita lavorativa e che in Italia da anni le pensioni di questi lavoratori non subiscono aumenti ad esclusione della perequazione sempre applicata tranne che per il 2008. Bisogna anche ricordare che il regime di 'non cumulabilità tra pensioni e reddito da lavoro dipendente e/o autonomo non consente d'integrare la decurtazione delle pensioni con altre attività produttive, condannando il medico pensionato ad un reddito con minore potere di acquisto". Infine come se non bastasse molte sedi Inpdap non hanno ancora provveduto, per carenza di personale, ad adeguare il trattamento previdenziali degli ex dirigenti medici andati in pensione nel periodo di vigenza del contratto 2002-2005.