Specializzandi
Si può immaginare che un paziente colpito da ictus venga portato in un grande ospedale di una grande città e non venga assistito da un neurologo ma solo da un medico generico? Difficile immaginarlo. Eppure è proprio quello che a partire dal primo febbraio capiterà di notte e nei giorni festivi alla clinica di Neurologia del Policlinico di Roma. Una delibera della Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sapienza, infatti, dispone che siano solo i medici “specializzandi” (cioè quelli che saranno, ma non sono ancora, specialisti neurologi) a effettuare le guardie notturne e festive, mentre gli specialisti saranno di semplice “reperibilità”, con evidente allungamento dei tempi d’intervento in situazioni dove la tempestività a volte è fondamentale per l’esito della crisi. L’Associazione dei Medici Specializzandi dell’Università di Roma (AMSUR) denuncia i rischi per i pazienti insiti nella delibera; respinge il tentativo di esporre i medici specializzandi a responsabilità professionali che non possono competere loro; chiede al Rettore della Sapienza Guarini, al Presidente della Regione Marrazzo e all’Assessore regionale alla Sanità Battaglia l’immediato ritiro del provvedimento. L’iniziativa, infatti, dimostra poca attenzione verso la salute dei cittadini e disinteresse nei confronti della formazione dei medici specializzandi, utilizzati in questo modo come manodopera a basso costo per coprire le carenze strutturali del Sistema Sanitario Nazionale. AMSUR: “Lo specializzando non deve sostituire lo strutturato” La proposta, denuncia AMSUR, è illegittima in quanto non conforme a quanto previsto dal decreto Legislativo n. 368/99 che nell’articolo 38 descrive chiaramente diritti e doveri degli specializzandi: “Ogni attività formativa e assistenziale dei medici in formazione specialistica si svolge sotto la guida di tutori, designati dal consiglio della scuola, sulla base di documentata capacità didattico-formativa”; e inoltre “La formazione del medico specialista implica la graduale assunzione di compiti assistenziali e l'esecuzione di interventi con autonomia vincolate alle direttive ricevute dal tutore, di intesa con la direzione sanitaria e con dirigenti responsabili delle strutture delle aziende sanitarie presso cui si svolge la formazione. In nessun caso l’attività del medico in formazione specialistica è sostitutiva del personale di ruolo”. Pur essendo medici a tutti gli effetti, gli specializzandi sono infatti ancora all'interno di un percorso di formazione in cui devono svolgere le proprie attività sotto la supervisione di medici specialisti “di ruolo”. Lo svolgimento in autonomia delle guardie è in contraddizione con il principio della didatticità, in quanto esporrebbe il medico in formazione ad affrontare da solo eventuali situazioni critiche senza l'aiuto e il sostegno di un medico più esperto. E, soprattutto, potrebbe comportare una diminuzione dei livelli assistenziali attualmente garantiti nel Policlinico Umberto I. A tale proposito, il provvedimento in questione non specifica gli aspetti connessi alla responsabilità professionale dello specializzando durante lo svolgimento di un turno di guardia ‘in autonomia’ e, di conseguenza, non ne garantisce la sicurezza e la tutela nell’assolvimento di prestazioni sanitarie nell’ambito di un servizio pubblico: il medico specializzando si troverebbe così a svolgere un lavoro di altissima responsabilità senza sapere con chiarezza quali sono i suoi ambiti e limiti di intervento, quale è la sua indipendenza decisionale e, quindi, la capacità di interpretare nel modo giusto situazioni in cui è in ballo la vita del paziente.