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Infermieri

Diritto all'obiezione di coscienza anche per gli infermieri, così come avviene per i medici. È quanto prevede il nuovo Codice deontologico della categoria, presentato a Roma. "L'infermiere – recita l'articolo 8 - nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, l'infermiere si avvale dell'obiezione di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l'incolumità e la vita dell'assistito". Il nuovo documento, composto di 51 articoli che interessano 360 mila operatori sanitari italiani si propone come lo strumento chiave per tutelare i diritti dei cittadini, vincolando i comportamenti dei professionisti sanitari a norme chiare ed esplicite. Il Codice del 1999 riconosceva già il diritto all'obiezione, formulato in questi termini: "Nel caso di conflitti determinati da profonde diversità etiche, l'infermiere si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. In presenza di volontà profondamente in contrasto con i principi etici della professione e con la coscienza personale, si avvale del diritto all'obiezione di coscienza". Secondo gli esperti che hanno stilato il nuovo Codice, anche con la nuova formulazione di questo diritto si dovrebbe in ogni caso garantire il diritto all'assistenza da parte dei cittadini. "La qualità dei servizi dipende in primo luogo dai comportamenti degli operatori. Attraverso il Codice deontologico vogliamo indicare con chiarezza ai cittadini le norme a cui si ispirano gli infermieri nel loro agire professionale" ha commentato Annalisa Silvestro, presidente della Federazione nazionale dei collegi Ipasvi (Infermieri professionali assistenti sanitari vigilatrici d'infanzia), rappresentativa della categoria.
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